Lazio, Milinkovic fa sognare i tifosi: ecco il messaggio

ROMA – Gli auguri via Instagram rincuorano il popolo laziale e fanno sorridere Sarri. «Il Sergente vi augura buon 2023… e se avete bisogno di un assist al volo di tacco sapete dove trovarmi». L’immagine dell’Olimpico visto dal cielo e i suoi colpi. Ecco, ricominciamo da qui, sembra voler dire Milinkovic ed è il messaggio più bello dopo un mese e mezzo di vuoto, di lontananza, di pensieri e di preoccupazioni. La Lazio, mercoledì a Lecce, ha bisogno di certe invenzioni, del solito repertorio di fantasia e di inventiva, dei rifornimenti per Immobile. No, Sergej non è un rebus. O forse le incertezze relative al futuro, complicate da allontanare, si dissolvono quando torna a rotolare il pallone. L’asso serbo è vivo e lotta insieme a noi. Non lo ha comprato nessuno, non se n’è andato, come sussurrano e temono in tanti, se non tutti, da mesi. Certo, del doman non v’è certezza, ma per sfinimento si può anche difendere un patrimonio. Nessuno si è mai avvicinato realmente a prenderlo, racconta la cronaca fedele. Succederà anche a gennaio, nonostante i rumours legati all’Arsenal.

Ritmo

E’ il segreto della Lazio di Lotito, immobile ed eterna, granitica nel suo incedere senza sussulti. Mica penserete sia successo qualcosa dal 13 novembre? Niente di niente. Non si muove foglia a Formello, è risaputo, ci si può anche allontanare e tutto resta incollato al proprio posto, un po’ come certi dirigenti alla poltrona in scadenza. Il Mondiale non ha partorito sorprese, è filato via liscio, in quindici giorni, quasi senza lasciare traccia della Serbia. Pieni di talento, privi di equilibrio: dissolti in tre partite del girone. Il vero Milinkovic si è visto solo con il Camerun. Una novità c’è stata e appartiene alla famiglia. Sergej è diventato padre. Si è goduto il Capodanno in famiglia e Sarri si augura di ritrovarlo motivato, in buona forma, tra poche ore. Nella coda del 2022 è stato gestito tra riposo, terapie alla caviglia malandata e recupero fisico. Sarri lo ha centellinato nelle tre amichevoli dicembrine, in cui non è mai stato impiegato dal primo minuto. Sergej ha brontolato, come succede nelle rare volte in cui non gioca dall’inizio. Nell’ultima settimana, dopo Natale, è tornato a spingere in allenamento. Il messaggio di auguri inviato al popolo laziale è la testimonianza del suo stato d’animo: se esisteva qualche dubbio, quelle immagini lo hanno fatto svanire. Milinkovic c’è con il cuore e con la fede, come ha sempre raccontato il campo in questi anni.

Stabilità

Un tifoso della Lazio, con implacabile puntualità, replicava lo stesso tweet ogni giorno. “Sergej è stato venduto? No”. Bisognerebbe ricordarlo agli uomini di poca fede o di penna superficiale, magari gli stessi che sino a qualche settimana fa lo accostavano alla Juve, ignorando cosa stesse succedendo alla Continassa e l’arrivo dei commercialisti per sistemare i conti. Pensate cosa sarebbe successo, per molto meno, alla Lazio. L’indice di liquidità è bloccato, come al solito, ma la stabilità societaria garantita da anni, come l’iscrizione al campionato. Mica poco. Poi, è chiaro, rinnovare il contratto di Milinkovic resta un’impresa titanica e forse arriverà il giorno della separazione, può darsi a parametro zero, ma immaginare possa succedere a gennaio è un esercizio di fantasia. Chi si avvicina a Lotito? E con quali cifre?

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Affetti

Nel caso in cui succedesse, e bisogna guardare in Premier, Sarri non si opporrebbe. L’idea di rinnovare e costruire, chiudere un ciclo per aprirne un altro, autofinanziando il mercato, sembra l’unica via percorribile, ma ci sono anche le sensazioni contrastanti di chi vive Formello e conosce l’appartenenza di Milinkovic alla causa. La mozione degli affetti laziali può fare la differenza. Qui è un re e altrove cosa sarebbe? Perché non lo ha mai cercato nessuno con insistenza? E il livello della Serie A, inferiore al resto d’Europa, non è ingannevole? Ecco perché Sergej, arrivato al dunque, sarebbe perplesso. Dubbioso. Così lo descrivono. E certo un altro colpo di tacco a Lecce lo aiuterebbe a pensare che in fondo qui sta bene e si diverte. Perché dovrebbe andarsene lasciando la Lazio? 


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