Lazio, lo scudo di Sarri

La voce dell’allenatore: «Io qui devo lavorare, vogliamo finirla, per favore?». Maurizio Sarri è andato verso le tribune con un aplomb deciso, si è tolto perfino il cappellino e ha chiesto ai tifosi della Lazio attorno al campo di Auronzo di Cadore di smetterla di contestare (eufemismo) Francesco Acerbi. Non è la prima volta e non sarà l’ultima che un calciatore finisce nel mirino con l’accusa, vera o presunta, di lesa maestà. Tutto è cominciato quando zittì i tifosi a dicembre, poi la famosa “smorfia” di Lazio-Milan. Ma qui il tema è un altro: il mestiere dell’allenatore negli anni venti del Terzo Millennio. Una volta il calciomercato finiva quando si cominciava il lavoro, adesso quando finiscono le ferie, tutto è ancora in corso. Si parte con un domicilio in attesa di cambiarlo strada facendo. Un giocatore sotto contratto per un club, per obbligo, ma anche per necessità, torna ad allenarsi per la nuova stagione con la squadra con cui ha giocato, anche se non sa se ricomincerà di nuovo con la maglia indossata al momento del raduno.

Accade di continuo. Ormai, assuefatti dal “mercato eterno”, dal “mercato grand hotel”, dove c’è gente che va e gente che viene senza sosta, noi, dall’esterno, tifosi, commentatori, lo diamo per scontato. Maurizio Sarri con il suo passo deciso sul prato di Auronzo, verso le tribunette, ha evidenziato – oltre all’aspetto del rispetto per la persona, da conservare sempre e comunque – la condizione dell’allenatore che è l’unico, almeno in questa fase, sicuro di rimanere e che deve cominciare a costruire una squadra e dotarla di un gioco. Specialmente un “giochista” come l’allenatore della Lazio, ha bisogno di tempo e di condizioni ottimali per ottenere quello che vuole, per raggiungere il risultato che si prefigge. Ma a metà luglio, mentre si riprende, tutto è ancora in aria, tutto è in divenire, si allenano giocatori che da un momento all’altro se ne andranno, non si allenano giocatori che, forse, arriveranno dopo un paio di mesi dal primo giorno di raduno. Quest’anno, addirittura, il mercato chiuderà dopo quattro giornate del nuovo campionato. Al di là delle opinioni che possiamo avere su questo, ci mettiamo nei panni di Sarri e dei suoi colleghi. Tutto questo rende il loro lavoro particolarmente impegnativo, con tutte le porte aperte e gli spifferi continui. Se in mezzo a questo bailamme si bersagliano anche i giocatori, trovare un equilibrio è praticamente impossibile. Insomma, state buoni.

Lazio, fischi ad Acerbi: Sarri interrompe l'allenamento

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Lazio, fischi ad Acerbi: Sarri interrompe l’allenamento

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