Lazio, la squadra a rapporto da Baroni

ROMA – Baroni crede nel dialogo, non è un allenatore urlante. La chiarezza delle parole è servita nella riunione di ieri a Formello, un’approfondita analisi video prima dell’allenamento mattutino. Era previsto alle 10, è iniziato alle 11.15. La sregolata Lazio di Udine è finita sotto analisi tattica. Gli errori sui due gol erano stati giudicati dopo la partita, sono stati approfonditi. Dal confronto di ieri si esce con alcuni punti fermi. L’approccio non va, dev’essere dirompente. Niente più incantamenti davanti alle bandierine dei guardalinee, si deve continuare a giocare finché l’arbitro non interrompe il gioco, qualsiasi cosa accada. E niente rischi costruendo dal basso. Quando il pressing è asfissiante meglio lanciare lungo o trovare soluzioni più comode. Nei primi minuti di Udine due uscite sbagliate, una di Provedel e una di Romagnoli, stavano costando carissimo. Il primo gol è stato beccato al 5’, due minuti dopo quello beccato contro il Venezia (3’). Il secondo regalando campo all’Udinese: c’erano 7 giocatori nella metà campo dei bianconeri dopo il lancio di Patric dalla difesa. Si è aggiunto Romagnoli, accorciava sul francese. Lazzari e Patric sono rimasti soli. Pista libera per Thauvin. L’Udinese tendeva ad allungare la Lazio, è caduta nel tranello. Ha giocato molto sulle spizzate di Lucca e in verticale.

Lazio, ora c’è l’esame Milan

Baroni a Udine ha detto una parola moltiplicandola per tre: «Lavoro, lavoro, lavoro». Lavorando sui difetti è convinto di riuscire a modellare una Lazio più equilibrata. L’idea di riconquistare palla in aggressione, di provare a dominare il gioco, si scontra con i tilt difensivi, dovuti anche a mancate coperture del centrocampo. Baroni spera di riuscire ad aggiustare i cocci di Udine entro sabato, quando arriverà il Milan. «La squadra dev’essere più concreta nelle due fasi, deve giocare con maggior velocità, abbiamo crossato tanto», uno degli spunti positivi sottolineati dall’allenatore. I cross sono arrivati nel secondo tempo con Lazzari, soprattutto quando l’Udinese è rimasta in dieci. Nel primo tempo il tecnico è rimasto deluso dai movimenti di Zaccagni e Noslin, erano troppo bassi. A Zaccagni, che tendeva ad arretrare per cercare il pallone che non arrivava, più volte ha chiesto un gioco diverso. I movimenti delle ali, non solo di Castellanos, devono sincronizzarsi anche quando si lancia lungo da dietro. Specialità che fa parte del bagaglio tecnico di Provedel. Sarri lo utilizzava con codici precisi.

Lazio, i dubbi di Baroni

Baroni deve fare un cambio forzato per il Milan: Patric sostituirà Casale. Lo spagnolo ha sofferto la promozione dell’ex Verona, esordirà dal primo minuto. Casale si era fermato nell’intervallo di Udine per un problema ad un polpaccio, non si sarebbe stirato. Sarà comunque sostituito, non riesce a ritrovarsi ed è tra i giocatori in bilico nel finale di mercato. Non è ancora pronto Tavares, si attenderà la sosta per lanciarlo dal primo minuto. Lazzari e Marusic saranno confermati dietro. Romagnoli sarà al suo posto. Baroni deve decidere se continuare con Vecino o rilanciare Rovella. Cataldi sembra tagliato fuori eppure nei momenti difficili ha sempre garantito rendimento. Guendouzi ha il posto fisso. Baroni sta insistendo su Dele-Bashiru, unica opzione a meno che Castrovilli non sia considerato pronto. Con Zaccagni e Castellanos può esserci di nuovo Noslin, impalpabile a Udine. Baroni nel finale ha sganciato Dia e Tchaouna. Il primo posizionato dietro Castellanos nel 4-2-3-1 (a volte in linea con gli altri attaccanti nel 4-2-4). Soluzione d’emergenza, salvo sorprese.


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