Lazio, i tamponi e il gene L (otito)

C’è sempre di mezzo la Juve, anche quando non c’entra. Sabato 3 ottobre, accogliendo l’invito dell’Asl, il Napoli non partì per Torino dove la domenica sera avrebbe dovuto affrontare i campioni d’Italia. La partita ovviamente non si disputò, la Juve la vinse a tavolino, il Napoli fece ricorso e un mese dopo siamo ancora qui, in attesa della pronuncia della Corte federale. I bene informati sostennero che nei giorni precedenti De Laurentiis avesse inviato un messaggio ad Agnelli con il quale manifestava l’intenzione di evitare il contagio di Ronaldo e degli juventini, prossimi alla sfida di Champions con il Barcellona. L’incontro con il virus Cristiano lo ebbe ugualmente in nazionale, tant’è che saltò l’appuntamento con Messi.

Ora, a pochi giorni da Lazio-Juve, è scoppiata la guerra dei tamponi, anche se per ragioni opposte. Siamo così passati dalla discrezionalità arbitrale a quella di laboratorio e chi, come il sottoscritto, non fa il virologo ma va ugualmente in televisione e non solo per giudicare ballerine o presunte tali, ha scoperto che uno dei tre differenti geni bersaglio del test nasofaringeo, l’N, non è infettivo e determina una debole positività. O un’incerta negatività. Su questa base il medico della Lazio ha ritenuto praticabili per la gara con il Torino di domenica scorsa Immobile, Strakosha e Leiva, positivi ai tamponi Uefa effettuati da Synlab: i tre sono peraltro partiti dalla panchina, Ciro e il centrocampista sono entrati nella ripresa.

In queste ore le domande si sprecano: la Lazio ha fatto giocare degli infettati mettendo a rischio anche la salute degli avversari? Ci sono società che nelle ultime settimane hanno nascosto delle positività? Possibile che Uefa e Italia usino due tamponi e due misure? Dalle nostre parti esiste ancora qualcosa che non sia interpretabile e quindi accettato da tutti? L’inchiesta aperta dalla procura federale si concluderà prima del 2025? E nel frattempo l’Uefa che farà? E se la Lazio avesse ragione? Ieri, per precauzione, Inzaghi ha giocato in Russia senza i tre tamponati: il ds Tare ci ha infatti segnalato che venerdì Immobile era risultato negativo. Qual è la verità?

Mi direte che questa ricerca troverebbe imbarazzati anche i tanti che oggi, in nome della scienza ridotta a tappetino delle mie voglie, di verità ne scodellano mille al giorno, naturalmente uguali alle promesse dei governanti, fragili non per vizio ma per pandemia. Che tutte le verità si porta via. Restano piuttosto le impressioni. Ad esempio – non se la prenda Lotito – ma se c’è una Lazio da discutere e colpevolizzare per furberia presunta tutto dipende da lui, il più scaltro dei presidenti. Scaltro, “attivo”, abile e furbo, per molti sono la stessa cosa. Mamma mia, che impressione.

UEFA-Lazio, scontro sui tamponi per il coronavirus

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