Luis Alberto leader, Kamada e Guendouzi concreti: così i biancocelesti hanno già dimenticato il campione serbo
4 settembre – roma
Sostituire un totem come Milinkovic con le idee. E con un gioco diverso. Questa la missione che Sarri si era autoassegnato nel momento in cui il Sergente si è congedato da Formello per abbracciare il calcio arabo. Sembrava una missione se non impossibile certamente molto difficile. Quantomeno da realizzare in tempi brevi. E la bruttissima partenza in campionato ne era stata un conferma spiacevole, ma non certo inattesa. Nella serata meno favorevole, invece, sul campo dei campioni d’Italia, il Comandante ha dato inizio al nuovo corso. Presentando una Lazio finalmente convincente, oltre che vincente. E con un centrocampo che – senza il serbo – avrà pure un tasso tecnico inferiore, ma che ha mostrato di poter funzionare ugualmente alla grande.
la staffetta
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Un giocatore che prendesse il posto del serbo senza farlo rimpiangere comunque serviva, anche se il vuoto doveva appunto essere colmato con le idee e con il gioco. Ebbene di sostituti del serbo ne sono arrivati due ed entrambi di livello assoluto. Perché tanto Daichi Kamada quanto Matteo Guendouzi hanno mostrato di poter dare molto a questa Lazio. E per farlo hanno scelto il palcoscenico del Maradona. Dove, alternandosi tra loro, hanno dato un contributo tangibile alla vittoria della Lazio col Napoli. Segnando entrambi. Kamada il gol del definitivo sorpasso. Guendouzi quello che sarebbe stato della sicurezza se la rete non fosse stata annullata per un fuorigioco di Zaccagni ritenuto attivo. Hanno caratteristiche diverse rispetto a Milinkovic. E le hanno anche diverse tra di loro. Ma sono due giocatori di livello internazionale, che danno al reparto centrale dinamismo, intelligenza tattica e temperamento. Il rovescio della medaglia, forse, è che Sarri sarà ora costretto a scegliere tra uno dei due. Un falso problema, in realtà, perché nel calcio delle cinque sostituzioni (e delle partite ogni tre giorni) ci sarà spazio per entrambi. Con la staffetta, come al Maradona. O anche con l’impiego congiunto dei due, perché una coesistenza tra loro è possibile, magari dirottando Guendouzi in un altro ruolo di centrocampo, visto che li può ricoprire tutti.
libertà luis
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Oltre al riuscito inserimento di Kamada e Guendouzi, le altre mosse con cui Sarri ha riequilibrato il centrocampo e fatto svoltare la Lazio sono state la libertà lasciata a Luis Alberto di costruire e il suggerimento (recepito) dato ai due esterni offensivi di dare una mano ai centrocampisti in fase difensiva. Felipe Anderson e Zaccagni, che già lo facevano l’anno scorso, al Maradona si sono sistemati sulla linea dei tre centrocampisti quando c’era da difendere. Una mossa che ha consentito al reparto mediano di attutire con più facilità la forza d’urto del Napoli. E ha permesso a Luis Alberto di sprigionare il suo genio. Quest’ultimo è il punto fondamentale. Senza Milinkovic il peso delle invenzioni in mezzo al campo si trasferisce quasi interamente sulle spalle di Luis Alberto. Che quest’anno avrà (come già accaduto a Napoli) maggiore libertà di manovra. E potrà (anzi dovrà) trasformarsi anche in trequartista. Il Mago ha tutto per riuscirci. «Penso – ha detto Sarri sabato sera a Napoli – possa prendere in mano la squadra e diventare un giocatore davvero straordinario. Che in realtà è sempre stato, ma ha fatto fatica a diventare». È giunto il momento di dimostrarlo.
4 settembre – 08:21
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