Lazio e Luis Alberto, il patto per il mercato

Fa arrabbiare, fa sognare. Luis Alberto gioca a fare il ribelle, gioca a fare il Mago. E’ sempre stato così, fin dai primi anni della sua militanza nella Lazio. Ieri, come se nulla sia mai successo, ha postato su Instagram il video della tripletta segnata martedì nella seconda amichevole stagionale e ha invitato i tifosi a scegliere il gol più bello. 1) Lo scavetto del 2-0. 2) Il piattone destro del 5-0. 3) Lo stop di sinistro e il destro del 7-0. E’ tornato magico, il libertario Luis. Ma sembra che non abbia cambiato idea del tutto. Nel giorno della diserzione, mentre Sarri e tutti i compagni si radunavano a Formello, faceva sapere alla società di essere intenzionato a lasciare la Lazio. Ci ha messo una settimana per convincersi a rientrare in squadra. Il diesse Tare ha avuto dei colloqui telefonici chiarificatori attraverso i quali l’ha redarguito invitandolo a rispettare le regole e a interfacciarsi con Sarri. Luis Alberto, appena arrivato ad Auronzo, ha chiesto scusa al tecnico e ai compagni giustificando la sua assenza con motivi personali, sembra li abbia legati a questioni con il club, non precisate.

Luis Alberto riconquista la Lazio: che tripletta in amichevole

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Luis Alberto riconquista la Lazio: che tripletta in amichevole

Il patto con la Lazio: serve l’offerta giusta per lasciare il club

Il Mago è sotto la potestà di Sarri, con lui non si sgarra. Con la Lazio invece ha stretto un patto, deve impegnarsi quotidianamente senza più creare turbolenze e casi all’interno dello spogliatoio. E il suo desiderio di partire, se sarà confermato nelle prossime settimane, verrà esaudito a patto che arrivi un’offerta monstre, da 50-60 milioni. Non è più incedibile, ma è come se lo fosse. Proposte del genere sono state rarissime nel mercato attuale e non è detto che si ripetano. Il Milan s’era avvicinato al giocatore, ma non ha i soldi per accontentare Lotito. Dalla Spagna si sono registrati solo rumors, legati all’Atletico Madrid (in caso di partenza di Saul) e al Villarreal, non più al Siviglia, società in cui il Mago è cresciuto e che non ha mai smesso di ammaliarlo.

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