Lazio-Bologna, le pagelle biancocelesti: Felipe Anderson rapace, Zaccagni vola

Sarri (all.) 6,5 Vittoria piccola, ma regala i quarti. Felipe continua a segnargli al posto di Ciro, la difesa a non prenderle. Scorza e spirito.

Maximiano 6 Redento dopo la gaffe di agosto, per contrappasso ha rigiocato Lazio-Bologna. Subito un clean sheet, per manifesta incapacità al tiro del Bologna (quelli alti l’hanno sorvolato). Ha armato i piedi per girare palla: 37 passaggi, 95% di precisione, unico rischio nel finale.

Lazzari 6 Sbirci le statistiche del primo tempo e noti dieci possessi persi (alla fi ne 12). Non ha creato chicane, è stato più frenato.

Marusic (22’ st) 6 Ingresso operaio, serviva una blindatura finale.

Patric 6,5 Mancava dal 3 novembre. Tanto gioco, record di tocchi (112) e passaggi (114), sei palloni strappati, respinte. Centrale di nuovo volante.

Romagnoli 6 Tre tiri, suoi i pericoli iniziali. La solita tempra, un po’ meno poderoso.

Casale (22’ st) 6 Qualche pallone perso, ma ha trasmesso furore.

Hysaj 6,5 Nel vivo della costruzione, partendo a sinistra. Cinque contrasti e 10 raid oltre la metà campo del Bologna. Cresce a tavoletta.

Milinkovic 5,5 Capitano (sbiadito) della serata. Un tiro sbucciato da posizione favorevole. Un’incornata sprecata. E un calcione di stizza rifilato al palo. Non si è piaciuto neanche lui.

Vecino (35’ st) sv

Cataldi 6 Niente riposo, in campo anche lui. Ha strappato palloni (11) giocando tra palpiti e affanni.

Marcos Antonio (47’ st) sv

Luis Alberto 6 Ancora titolare. Cinque occasioni, tre tiri, uno volante, uno alle stelle. Legnosità nelle esecuzioni.

Pedro 6,5 Assist modello derby, strappando il pallone a Sosa. Sacro fuoco, giocate, dribbling, ha preso anche randellate.

Romero (35’ st) sv

Felipe Anderson 6,5 Il bis dopo Reggio. Un tiro dopo 12 secondi, il gol oltre la mezzora. Tap-in rapace, con movimento alla Immobile. Vicino al secondo.

Zaccagni 7 Novanta minuti premendo a tutto gas, seminando tutti con le serpentine. Un tiro (morbido però), un cross al bacio per Sergej. Ha lasciato le orme.


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