Lazio, a giugno Sarri o Tare: uno dei due via

ROMA – Diciotto mesi di attriti e incompatibilità. Cenere nascosta sotto un tappeto ormai colmo. E non basterà un Claudio Lotito in versione pompiere per spegnere l’incendio divampato tra Maurizio Sarri e Igli Tare, da sempre ai ferri corti e ora pubblicamente uno contro l’altro. Il motivo scatenante è stata la differente visione sull’obiettivo Champions League, alla portata o meno di questa Lazio: «Serve un miracolo», aveva avvertito il tecnico prima del Sassuolo. «Nessun miracolo, questa squadra ha le carte in regola», è stata la risposta piccata del direttore sportivo pochi minuti prima della gara. Contrapposizioni dialettiche di un rapporto già segnato e pericolante. Sarri, nel post gara, ha rinfocolato il tutto: «Io ho un cervello autonomo. Tare può dire quello che pensa, io resto sulle mie».

Sarri-Tare, frattura Lazio totale

La frattura è sempre stata totale, stavolta è solo di pubblico dominio. Lotito ha sempre avvertito l’odore di bruciato, provando in questi mesi a far coesistere due figure forti, testarde e sconnesse. Ieri, il patron, è intervenuto con una nota: «Come in tutte le famiglie si possono avere visioni diverse, sulle quali è anche opportuno confrontarsi per arrivare alle migliori soluzioni. Le tensioni vanno messe da parte, come si fa in una vera famiglia». Ma a Formello non è più tempo di tregue momentanee, Lotito non può più mantenere una posizione di mezzo: il contratto di Tare è in scadenza a giugno, Sarri ha appena rinnovato fino al 2025 e non accetterà più compromessi. In estate ne rimarrà soltanto uno.

Lazio, Lotito risponde alla diatriba Champions: il comunicato

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Lazio, Lotito risponde alla diatriba Champions: il comunicato

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