Lautaro-Gonzalez: gol, staffette e incroci, il derby argentino per la Coppa Italia

Con Correa e Martinez Quarta, la finale dell’Olimpico diventa una sfida tutta sudamericana

Argentini dai destini diversi avversari stasera nella finale di Coppa Italia. A Doha quei quattro avrebbero potuto fare festa tutti insieme. Abbracciati a Leo Messi e con la Coppa del Mondo in mano. E invece questa fortuna è toccata solo a Lautaro Martinez, mentre gli altri tre sono rimasti a guardare dalla tribuna dello stadio Lusail. Martinez Quarta, fuori dalla lista dei convocati della Seleccion dal marzo 2022, ha meno rammarichi, mentre Joaquin Correa e Nico Gonzalez erano stati inseriti nell’elenco dei 26, ma sono stati esclusi dopo l’ultima amichevole contro gli Emirati Arabi, nella quale il Tucu aveva anche segnato il gol del 5-0, perché alle prese con problemi fisici. Al loro posto Ángel Correa e Thiago Almada. Una beffa pazzesca perché un mese (e qualche giorno) dopo quel test, l’Argentina avrebbe vinto il Mondiale. Con Messi a piangere di gioia in campo insieme a Lautaro, mentre Gonzalez, Correa e Quarta, pur felici, erano ai margini della festa. Non protagonisti di un evento storico che in Argentina era atteso da 36 anni, dal trionfo firmato Diego Armando Maradona in Messico.

Speedy e Chino

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Gonzalez, che tutti chiamavano Speedy per la sua velocità, a gennaio sembrava destinato ad andarsene per i continui infortuni. Il Leicester lo avrebbe accolto a braccia aperte, raddoppiandogli l’ingaggio da 2 milioni di euro che attualmente percepisce, ma Commisso ha detto no alla cessione dell’acquisto più caro della storia del club viola (27 milioni). Nico è rimasto in riva all’Arno, si è curato, ha risolto una volta per tutte i problemi muscolari della prima parte del 2022-23, e da marzo in poi ha iniziato lentamente a carburare. Il meglio lo ha lasciato per questo finale: sua la doppietta a Basilea che ha permesso la qualificazione alla finale di Conferenze League, ma ha segnato anche nella semifinale d’andata di Coppa Italia contro la Cremonese. Insomma, è tornato a essere un giocatore decisivo. Con 12 gol è, insieme a Jovic, il secondo marcatore della squadra dietro Cabral e stasera sarà titolare, mentre Martinez Quarta, che era stato soprannominato El Chino per la somiglianza con l’ex interista Recoba, non è ancora certo del posto perché in ballottaggio con Ranieri. Il Toro, prima che in Italia, lo ha incrociato quando entrambi erano in patria e in River-Racing 2-3 del giugno 2017 il futuro nerazzurro segnò la rete dell’1-0 e fu importante per la vittoria dei suoi. Al neo viola è andata ancora peggio nell’ottobre scorso al Franchi, quando la doppietta del bomber di Bahia Blanca dette una grossa mano all’Inter per portare a casa i tre punti (4-3).

Toro e Tucu

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Lautaro sente che questa deve essere la sua partita. Un altro trofeo, il quinto in nerazzurro ai quali si aggiungono i 3 con la nazionale, sarebbe un bel regalo in vista della festa (lunedì) per il suo matrimonio con Agustina, già celebrato negli scorsi giorni in Comune. Il Toro stasera non avrà la fascia di capitano al braccio perché in campo dal primo minuto ci saranno sia Handanovic sia Brozovic, che hanno più anzianità nerazzurra di lui, ma è ancora carico al massimo dopo aver risolto l’euro-derby di martedì scorso, con una botta che non ha lasciato scampo a Maignan. Ha già eguagliato il record personale di reti stagionali (25) stabilito lo scorso anno e stasera cercherà il numero 26 anche per tagliare il traguardo dei 100 gol con la maglia dell’Inter. In realtà Martinez di sogni ne avrebbe anche un altro: “prendere” Diego Milito che, nella stagione del triplete, firmò 30 centri e soprattutto fu decisivo in tutte e tre le partite chiave con la rete alla Roma nella finale di Coppa Italia, la zampata determinante per prendersi i tre punti a Siena, all’ultima giornata di campionato, e la doppietta al Bernabeu nella finale di Champions. Il Toro ha iniziato lasciando il suo timbro nella finale di Supercoppa Italiana del 18 gennaio e adesso vorrebbe continuare nell’ultimo atto della Coppa Italia e poi il 10 giugno a Istanbul. Per raggiungere i 30 gol di Milito gliene servono 5 in 4 match. Troppi? Vedremo… Diverso il discorso di Correa che continua a collezionare prestazione deludenti. Una dietro l’altra. La rete del Benfica nel ritorno dei quarti di Champions è stata un lampo, rimasto purtroppo per lui isolato. A Napoli, domenica, ha deluso e stasera partirà dalla panchina. Avrà una chance? Contro la Viola ha segnato una sola rete in 9 incroci, quando ancora indossava la maglia della Lazio, e in questo 2022-23 da dimenticare è a quota 4 gol. Una notte epica all’Olimpico gli cambierebbe l’umore, ma non muterebbe di una virgola il suo destino: in estate, in prestito o a titolo definitivo, lascerà la Pinetina.

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