L’Arena Kombetare di Tirana: nuovo gioiello con un’anima tutta italiana

Il progetto dell’impianto che ospiterà la finale di Conference League si deve allo studio Archea Associati e all’architetto fiorentino Marco Casamonti. Lavori iniziati nel 2016, costo 80 milioni. Una gemma con parcheggi, aree destinati ai servizi e un’area commerciale sulle ceneri del vecchio Qemal Stafa

Dal nostro inviato  Massimo Cecchini

24 maggio – TIRANA (Albania)

In ogni caso, sarà ricordato per sempre. Come un luogo della memoria da tramandare alle giovani generazioni giallorosse, oppure come un posto da cancellare dalla cartina sentimentale calcistica, perché il dolore della sconfitta – a Roma – è una cosa che non riesce quasi mai ad attenuarsi davvero. Benvenuti, allora, all’Arena Kombetare di Tirana, stadio gioiello e vanto d’Albania, dove domani Roma e Feyenoord si giocheranno la finale di Conference League. Un impianto da 22.000 posti a regime (ma domani la capienza sarà diminuita per questioni di sicurezza), che pure ha cominciato la sua avventura con una spina per i padroni di casa. La prima partita, infatti, vi si è disputata Il 17 novembre 2019, in occasione della sfida tra i padroni di casa e la Francia campione del Mondo. Hanno vinto i “bleus” per 0-2, ma il successo è andato anche alla federcalcio albanese visto che l’Arena Kombetare – che in italiano significa arena nazionale – è entrata virtualmente nel futuro. A livello d’impianti, d’altronde, del passato c’era poco da avere nostalgia. Non è un caso che nel 2009 la Uefa aveva segnalato come gli stadi albanesi fossero fuori standard. L’indicazione era evidente: senza una nuova arena, non sarebbe stato possibile ospitare grandi eventi calcistici a livello internazionale. Così, dopo un periodo di interregno in cui la nazionale ha giocato all’Elbasan Arena, nel 2016 sono cominciati i lavori per la nuova opera, per cui sono stati stanziati circa 80 milioni di euro. Ne è nata una gemma con parcheggi, aree destinati ai servizi e un’area commerciale – sorto sulle ceneri del vecchio Qemal Stafa – in cui in genere si giocano sono le partite della nazionale, e le finali di Coppa e Supercoppa albanese.

Progetto

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Ma c’è tanta Italia nel Kombetare. Il progetto dell’impianto, infatti, si deve a uno studio italiano, l’Archea Associati, e all’architetto fiorentino Marco Casamonti, che sono intervenuti salvaguardando la facciata monumentale del precedente stadio, grazie a un intervento di restauro filologico operato dalla società fiorentina Tacheolab. Insomma, anche in questo caso esportiamo il talento italiano, così come peraltro avevamo fatto nel vecchio stadio su cui è sorto il nuovo, visto che era nato anche qui per opera dell’Italia, durante il periodo di occupazione fascista dell’Albania. Segnalato come i lavori del Kombetare siano stati completati nel settembre 2019, cioè a tre anni dall’inizio, è difficile dribblare una malinconica considerazione finale: fatti tutti i distinguo del caso, sono passati undici anni da quando la Roma ha cominciato l’iter per la costruzione di un nuovo stadio di proprietà. Che la Capitale dell’Italia campione d’Europa debba soffrire di ritardi così grandi è un primato che siamo convinti l’Albania non ci invidi affatto.

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