Lapadula show, un esame dietro l’altro. E il Milan “sfida” già la Juve…

Lapadula show, un esame dietro l'altro. E il Milan
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Il derby di Roma, purtroppo, è stato più frizzante dialetticamente nel post partita di quanto lo sia stato in campo dal punto di vista del ritmotwitta

TORINO – “Testa fredda e piedi caldi”. E’ la lezione, in attesa dei posticipi di lunedì, di questa 15ª giornata del campionato di Serie A. Ha dimostrato di averla mandata a memoria per primo il Napoli, che venerdì sera ha stroncato in meno di 10 minuti la solita Inter amorfa e confusa. L’ha applicata ferocemente la Juventus che in poco meno di venti minuti ha ridimensionato (almeno in ottica verticistica, per carità) le velleità di una Atalanta comunque bella, ma non ancora abbastanza strutturata per poter competere ai massimi livelli. Poi è stato il turno della Roma che ha fatto valere la propria maggior qualità, esperienza e, appunto, freddezza mentale nei confronti della Lazio in una gara dalle profonde implicazioni psicologiche come è il derby di Roma. Che, purtroppo, è stato più frizzante dialetticamente nel post partita di quanto lo sia stato in campo dal punto di vista del ritmo. Ma l’Italia, adesso, nel calcio è questa roba qui: basta un poco di ritmo, di cattiveria e di “fame“ in più per avere la meglio su avversari non sempre eccelsi. L’esempio è Gianluca Lapadula, attaccante nato a due passi dal Filadelfia e “ripudiato” dalla Juve, che sta facendosi largo a gomitate nel calcio italiano. Si è preso il Milan, è innegabile, ma dopo aver segnato contro Palermo, Empoli e Crotone (una sorta di Serie A2, sarebbe ipocrita negarlo…) ora il ragazzo è atteso dagli esami di laurea. Lo aspettiamo: la voglia che lo anima è quella giusta.

LA LEZIONE – Nota di merito per Marco Giampaolo che, dopo aver preso le misure a una squadra radicalmente rivoluzionata in estate, sta portando la Sampdoria nelle zone nobili della classifica. Mihajlovic aveva suonato l’allarme già dopo la gara, pur vittoriosa, contro il Chievo perché evidentemente aveva intravisto segnali di involuzione nel suo Torino. Perché la lezione è sempre la stessa: nessuno – neppure la Juventus come ha dimostrato il Genoa la settimana scorsa – ha sufficiente qualità e classe per potersi permettere di giocare sotto ritmo. Neppure in questa Serie A che si concede comunque pause di lusso.

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