Lapadula è rinato: insegue la A con il Benevento e punta il Qatar

Gianluca a suon di gol vuole la promozione con le streghe il Mondiale con il suo Perù. Ma non c’è solo lui: in B sono rifioriti anche Coda, Donnarumma e Galabinov

I numeri di Gianluca Lapadula non sono un’illusione ottica. In Serie B segna mediamente un gol ogni partita e mezza, in A uno ogni tre e mezza. Il lasso temporale che intercorre tra una rete e l’altra si riduce nel campionato che sta giocando. A Benevento ha ritrovato il ritmo, la fiducia, il sorriso. Basta osservarlo in campo con la squadra di Fabio Caserta e nei giorni scorsi durante il festeggiamento del nuovo anno insieme con l’amico Alfredo Donnarumma (e famiglie) nel Golfo di Napoli.

La svolta internazionale

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La B rigenera certi attaccanti. Perché questo è il punto di vista da cui si deve partire per analizzare quanto di buono stanno facendo certi attaccanti che hanno provato anche la A. Al piano di sopra, se non nuoti bene, rischi di stare con il mare negli occhi che ti offusca la vista e ti toglie la profondità dell’orizzonte. Sarebbe potuto accadere a Gianluca, come ad Alfredino, a Massimo Coda o ad Andrey Galabinov, giusto per prendere alcuni esempi recenti. Invece i loro gol sono stati riprogrammati per essere utili a loro stessi e alle loro squadre anche in B. Ripartiamo da Lapadula. Dal 2016 al 2021 ha giocato in A con Milan, Genoa, Lecce e Benevento. Il salto più corposo lo ha effettuato trasferendosi da Pescara a Milano. Un salto gigante sotto certi aspetti. E lui il suo lo ha fatto, dentro un Milan che non era competitivo come quello che stiamo vedendo da due stagioni. Gianluca ha segnato 8 gol in 27 presenze con i rossoneri in Serie A. Ha preso le misure con il “mostro” del primo livello italiano e si è tenuto dentro l’esperienza. Che poi gli è tornata utile al Genoa, al Lecce e al Benevento. Ma senza appiccicarci mai sopra la sua etichetta. La svolta, nel pieno della scorsa stagione, è avvenuta con la convocazione in nazionale. Quella peruviana, quella della mamma. In quel momento Lapadula si è preso una dimensione internazionale che paradossalmente rischiava di non potersi ritagliare. La A gli è scivolata via – per adesso – da sotto gli occhi e nel mentre si è ritrovato a essere l’idolo di un popolo (il peruviano) che sogna di agganciare un posto per il Mondiale di fine 2022. Ha segnato 6 gol in 17 partite, uno ogni tre match scarsi. Meglio della sua media in Serie A.

Serie A e Mondiale

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È il paradosso di un bomber onesto, vero e irrorato di voglia e senso del gol. Il Perù ha gli stessi punti della Colombia, uno in più di Cile e Uruguay. A fine gennaio e inizio febbraio e poi a marzo gli ultimi quattro incontri per provarci davvero a salire su quel volo per il Qatar. E intanto il bellissimo progetto di riportare il Benevento in Serie A. Con i suoi gol che finora sono 10 (capocannoniere del campionato) in 15 presenze. Un gol ogni 103’ che ne fanno tra i giocatori rimasti in campo almeno 90 minuti in questo campionato il terzo migliore: solo Di Serio (59, suo compagno nel Benevento) e Charpentier (78, Frosinone) hanno una media minuti/reti migliore di Lapadula (appunto 103). Come Gianluca anche altri colleghi hanno riaperto il bocchettone della fiducia scendendo in B.

Fratelli di gol

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Coda, per esempio. Due apparizioni con Parma e Benevento: 6 gol in 42 partite. Poi 92 centri in 200 partite di Serie B, Come se questo torneo e i suoi gol fossero uniti dal mastice. E Donnarumma? Sette centri nelle prime 25 presenze con il Brescia (in tutto saranno poi 31) e la luce del piano di sopra si è spenta. Ma non in B dove ha infilato 82 volte il pallone in rete attraverso 201 partite. Galabinov ha provato la A con Genoa e Spezia, assaggiandola in Liguria: 6 reti in 32 presenze lo farebbero impallidire se si pensa che in B ha segnato in 207 partite qualcosa come 65 gol. Insomma, la B non è un ripiego e nemmeno un castigo. L’illusione della A semplicemente non è un’illusione, ma un obiettivo a cui pensare ancora e ancora. Pure per Lapadula e i suoi fratelli.

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