L’amico Romondini: “Totti alla Roma? Giusto così”

ROMA – Ha appena completato la prima stagione da tecnico in Serie D, con l’Atletico Fiuggi. Stasera invece tornerà in campo con l’amico di sempre, Francesco Totti, nel playoff di calcio a 8 contro la Lazio. Nel frattempo Fabrizio Romondini studia: si è iscritto al corso da allenatore Uefa A, che da metà luglio lo abiliterà a guidare una squadra di Serie C, oppure al ruolo di secondo in A e B. Con lui tanti altri ex calciatori: tra gli altri Magnanelli, che ha appena lasciato il Sassuolo; e ancora Padoin, Floro Flores, Stendardo, Greco (vice di Javorcic al Sudtirol), Bentivoglio. C’è anche Mattia Scala, figlio di Vito, che lavora nella Roma. 

Romondini, pronto per il grande salto? 

«Mi impegno per questo. Spero di trovare subito un posto nella prossima stagione per dare seguito al mio percorso. Qualcosa già si sta muovendo, vediamo». 

La sua stagione a Fiuggi è stata affascinante e difficile, a causa dei problemi giudiziari della proprietà. 

«Purtroppo sì. Avevamo un progetto che puntava alla salita tra i professionisti, siamo stati nelle prime posizioni fino a dicembre, poi abbiamo perso 14 giocatori per la crisi societaria e ci siamo trovati a ripartire da zero, senza stipendi. Alla fine abbiamo sfiorato i playoff. Comunque è stata un’esperienza professionale e umana molto formativa». 

Da ex giocatore della Roma e da amico di Totti, che effetto le fa l’idea di rivederlo a Trigoria? 

«Bellissimo. Francesco è la Roma, Trigoria è casa sua. Riportandolo a casa i Friedkin farebbero un’operazione molto intelligente, cavalcando l’entusiasmo della gente per la vittoria di Tirana». 

In campo, da compagno di calcio a 8, Totti fa ancora magie? 

«Per me potrebbe ancora giocare da professionista, perché inventa giocate sublimi. Però incassa tante botte, perché contro di lui gli avversari sono sempre molto determinati. Lo rispettano ma non gli concedono nulla». 

E della Roma che vince cosa pensa? 

«Ritengo che Mourinho abbia ottenuto il risultato che cercava: ha portato dalla sua parte tutta la squadra, proteggendola e stimolandola. Ho visto giocatori lottare e soffrire dentro alla partita. L’anno scorso non era così». 

Si aspettava che i tifosi festeggiassero in questo modo la Conference League? 

«Sinceramente no. Ma è anche vero che aspettavamo da tanto tempo un titolo. Anche sotto questo punto di vista credo che Mourinho sia stato decisivo: ha saputo compattare la tifoseria».

Totti arriva allo stadio: entusiasmo in tribuna con Di Biagio e il figlio Cristian

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