L'ambasciatore Bucci: "Tutta l’Albania tifa Roma. Mourinho mito, e lo stadio…"

INVIATO A TIRANA – Il test del tifoso è una prova che supera velocemente. Brillando. Fabrizio Bucci, ambasciatore italiano a Tirana, è un romanista di vecchia data. Non esiste l’etichetta di innamorato occasionale. «Ho delle prove documentali – scherza – e la famiglia di Trastevere. Prima partita all’Olimpico, un Roma-Inter 1-0 con gol di Pierino Prati accompagnato da mio padre. Un battesimo fortunato». Era il campionato 1974/75: «Lo stadio all’epoca non aveva ancora la copertura. Ovviamente piovve di brutto: non dimentico l’acqua. E la felicità». Felicità è anche essere qui, con la finestra dell’ufficio che si affaccia proprio sullo stadio, per immaginare il finale più bello della finale più incredibile. «E quando mi ricapita…» sussurra ridendo, pregustando l’atmosfera da padrone di casa. 

Ambasciatore, chi vince? 

«Tocco ferro, legno, tutto. Non diciamo niente. La Roma è una serie di storie pazzesche, non tutte belle purtroppo. Ero allo stadio anche per Roma-Liverpool. Ma tifare è anche questo. Vediamo». 

Gli albanesi si sono già schierati dalla parte della Roma. 

«Non mi sorprende. Loro sono riconoscenti al popolo italiano per l’accoglienza che hanno avuto dopo gli sbarchi del 1991, guarda caso l’anno dell’ultima nostra finale europea… Si può dire che l’Albania sia la ventunesima regione italiana». 

Abbiamo visto ventimila persone in piazza per festeggiare lo scudetto del Milan. 

«Lo scorso anno era successa la stessa cosa con l’Inter. Qui tifano in tanti per le tre grandi del nord. Ma stavolta c’è solo la Roma. Sto convertendo al romanismo anche il Premier, Edi Rama, che è juventino». 

Tirana vestita a festa per la finale Roma-Feyenoord

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Tirana vestita a festa per la finale Roma-Feyenoord

Ma è anche innamorato di Mourinho. 

«Esatto. Ma è normale. José è un mito. Come in ogni parte del mondo, anche in Albania è considerato una star. Un motivo in più per sostenere la Roma». 

Siete preoccupati per la sicurezza? 

«Un po’ sì. Ma la polizia albanese è molto preparata. E saprebbe contrastare in maniera decisa ogni situazione pericolosa. Ho partecipato a diverse riunioni, anche con il prefetto Giannini che è un grande romanista. Anche a Tirana sanno quello che è successo con il Feyenoord nel 2015, quando fu devastata la fontana di Piazza di Spagna. Comunque, come già sapete, le tifoserie saranno adeguatamente separate. E per chi non ha il biglietto, verranno installati maxischermi in tre zone della città: le due fan zone e la centrale piazza Skanderbeg, che sarà riservata alle famiglie». 

Per l’Albania è un evento storico. 

«Un eventone, oserei definirlo. Loro puntano moltissimo sul turismo e sono convinti che tanti tifosi, dopo aver visitato il Paese per la finale, torneranno da queste parti in vacanza. Non soltanto per il mare, che è bellissimo: il 70 per cento del territorio è montuoso, con tante foreste che presentano scorci davvero suggestivi». 

Peccato per lo stadio: sarà anche bello ma è minuscolo. 

«Questa è stata una decisione dell’Uefa. Anche la modalità di distribuzione dei biglietti non è stata proprio ottimale, anzi diciamo che è stata gestita male. Ma da quanto ho capito, certi errori non verranno ripetuti. Dal prossimo anno, le finali si giocheranno solo in stadi che possano contenere almeno 50.000 spettatori». 

L’altra polemica è per le strutture alberghiere. C’è chi ha disdetto le prenotazioni per poi rivenderle a prezzi folli. 

«Guardi, questa vicenda mi sta particolarmente a cuore. C’è stata una riunione con la ministra del turismo albanese sul tema, alla quale ho partecipato. So che sono partite delle diffide: chi ha violato l’etica del lavoro, subirà delle congrue sanzioni economiche». 

Roma-Feyenoord, l'architetto dello stadio di Tirana: "Vi racconto i suoi segreti"

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