La strana settimana di Malinovskyi: segna al Milan, ma per Gasp resta in vendita

‘God’s Plan’. Ruslan Malinovskyi usa proprio queste parole per celebrare sui social la rete messa a segno al 29’ del primo tempo contro i Campioni d’Italia in carica. ‘Il piano di Dio’, di certo non quello della Dea, che poco più di 24 ore prima l’aveva messo sul mercato senza troppi giri di parole. Dal 12 al 21 agosto il trequartista ucraino ha vissuto la sua piccola Odissea: riempiti i bagagli delle 128 presenze in 3 anni a Bergamo, si è lanciato nel mare di richieste della Premier, certo di doversene andare, salvo poi venire ammaliato dal canto dalle sirene del tecnico, che gli concede sempre più minuti in campo, prima di lasciarlo di nuovo in balia delle onde per rivolgersi ad altri lidi, altri attaccanti che fanno più al caso suo. Ma andiamo con ordine.
 
QUANTE STORIE- Tutto è cominciato alla viglia dell’esordio in campionato dell’Atalanta, il primo senza Europa dopo cinque anni di scalata con il Gasp. Il 12 agosto Roksana, la moglie di Malinovskyi che ha largo seguito a Bergamo grazie anche al suo Atelier in pieno centro ed è sempre molto attiva sui social, pubblica una storia sibillina: “Questo è inaspettato per noi come per voi. Ma nulla è stato deciso e non dipende da noi. La vita del calcio è troppo difficile, non sai mai cosa aspettarti”. Per esempio, che il Nottingham Forest che ha appena prelevato l’amico Freuler faccia lo stesso con lui e famiglia, e che non ci sia più nemmeno il tempo di svuotare gli scatoloni nella nuova casa sotto le Mura. Anche il Tottenham inizia a bussare alla porta con insistenza, e sembra che i Percassi con il giusto prezzo (più di 15 milioni) siano disposti a lasciarlo andare per davvero. Di nuovo è la moglie, quasi una settimana dopo, giovedì 18 agosto, a ribadire il concetto su Instagram con parole fin troppo chiare: “Se Ruslan non può rimanere all’Atalanta, deve trovare un’altra soluzione. Non eravamo pronti per dover cambiare vita. La finestra di mercato sta volgendo al termine e ora siamo costretti a cercare opzioni perché c’è un motivo serio, dovete leggere tra le righe. Ruslan si stava preparando per la nuova stagione ma qualcosa è andato storto”. 
 
LA CONFERMA DEL GASP- Le due storie di Lady Malinovskyi sono state prontamente cancellate dal suo profilo, ma non dal cuore dei tifosi che alle parole ‘motivo serio’ e ’qualcosa è andato storto’, drizzano le antenne. Anche perché nel frattempo, sul campo, niente fa presagire un addio: Malinovskyi gioca 12’ nel test col Newcastle, l’intero secondo tempo a Valencia, e all’esordio in campionato subentra a Pasalic al 38’ della ripresa, fornendo in 12’ l’assist che chiude la gara. Eppure, esattamente una settimana più tardi, alla vigilia del big match col Milan, il tecnico di Grugliasco che non ama sbilancirsi sul mercato, conferma il tam-tam sui social: “Malinovskyi? Ha fatto delle cose molto buone, ma è anche giusto che l’Atalanta segua un giocatore che faccia più di 6 gol”. Intanto, uno lo farà proprio il giorno dopo.
 
MILANOVSKYI- Nessuno, dopo queste dichiarazioni, si aspettava di vederlo in campo contro il Milan, figuriamoci dal 1’. Invece il Gasp sorprende ancora e lo lancia nell’11 titolare in una delle partite casalinghe più importanti della stagione. L’avrà fatto per far schizzare il prezzo alle stelle? Perché dopo le voci di mercato l’ha visto ancora più affamato? O semplicemente perché altrimenti “chissà cosa si sarebbe detto se avesse dovuto rinunciare alla partita”? A fine gara salta fuori infatti che l’ucraino poche ore prima era dovuto andare a Milano per una risonanza magnetica dopo una botta al polpaccio. Ma Malinovskyi deve giocare a tutti i costi, nonostante il dolore: al 29’ il suo mancino trafigge la porta alle spalle di Maignan. E anche se con la sua partenza, l’Atalanta dalla lunga tradizione di sinistri, rimane col solo Koopmeiners, nulla sembra cambiare dopo l’exploit di ieri sera: il tecnico vuole un altro attaccante, indipendentemente dall’ucraino. Che però non avrà certo piacere a rimanere in panca, così come i Percassi a non incassare 20 milioni sicuri da re-investire. La trama prende forma nella tela di Penelope, l’Odissea non è ancora finita.

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