La Salernitana non vuole fare la comparsa. Serve sacrificio, e i gol di Simy

Se volete andare d’accordo con Fabrizio Castori, 67 anni, non parlategli di costruzione dal basso e possesso palla. Gli fareste venire l’orticaria. “Il tiqui-taca mi annoia” ripete sempre, facendosi vanto del suo calcio dal sapore antico: centrocampo muscolare, palla lunga (verso le punte) e pedalare, difensori che non si fanno scrupolo di rinviare in tribuna, se serve. Un calcio pane e salame, sostengono i suoi detrattori; asciutto e verticale, lo definiscono invece i sostenitori del tecnico marchigiano. Non a caso, Castori è grande amico di Gasperini, un altro che (a livello molto più alto) fa di pressing, velocità e verticalizzazioni il suo dogma calcistico. E poi, Castori è un formidabile motivatore e aggregatore: riesce a far andare ogni giocatore oltre i propri limiti. Per la Salernitana salvarsi sarà un’impresa, ma di sicuro questa squadra sputerà sangue dal primo all’ultimo minuto di ogni partita.

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