La Roma si gode Oliveira. Per Mou è già un leader e il Portogallo lo aspetta

Due gol in due partite come El Shaarawy e Chivu. Mourinho lo ha scelto perché non sbaglia mai una decisione e Sergio si è già ambientato in città

“Veni vidi vici”. Magari non sarà il massimo dell’originalità quando si parla di Roma, ma è così che l’account ufficiale della nazionale portoghese ha celebrato l’impatto di Sergio Oliveira nella sua nuova squadra. Un impatto che, con due gol, un rigore procurato, un assist e tre ruoli fatti, dal mediano al trequartista (per quanto Mou non lo consideri un regista), passando per la mezzala, gli ha subito consegnato le chiavi della Roma.

In portogallo

—  

Un’ascesa, quella di Oliveira, che sta avendo molto spazio in Portogallo, dove si parla di lui come possibile chiave in più per i playoff Mondiali dove in finale ci potrebbe essere la sfida proprio all’Italia. Il numero 27 romanista ha scelto di lasciare il Porto, dove giocava poco, anche per riprendersi la nazionale, è un suo obiettivo e per adesso la strada sembra quella giusta.

A Roma

—  

La Roma, nel frattempo, se lo gode, soprattutto a livello di personalità. Il ragazzo si è già innamorato della città, lo hanno raggiunto la moglie e il cane e insieme stanno cercando casa, stamattina hanno fatto colazione al Colosseo e, approfittando del giorno di riposo, gireranno un po’ la capitale. Poi, da domani, di nuovo in campo, a prendere ancora più confidenza con la squadra.

In campo

—  

Le gerarchie sono cambiate, Oliveira intanto si gode il fatto di essere il terzo giocatore a segnare in entrambe le prime due partite con la maglia della Roma in Serie A nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/95), dopo Cristian Chivu nel 2003 e Stephan El Shaarawy nel 2016 ed è anche il primo centrocampista portoghese ad andare a segno in due match consecutivi di Serie A dopo João Mário nel gennaio 2017. Mourinho dice che pur non essendo un fenomeno non sbaglia mai la decisione e lui lo ha scelto proprio per questo. In allenamento è uno dei suoi punti di riferimento, in partita anche: ad Empoli è stato il giocatore che ha fatto più duelli (19), ha intercettato più palloni e ha vinto più contrasti, ha giocato 64 palloni, ha fatto 27 passaggi riusciti, di cui 16 in verticale. Segno che è stato sempre nel vivo del gioco e si è caricato la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà con un lavoro oscuro e sporco fondamentale. Mourinho di questo aveva bisogno, il Portogallo, probabilmente, anche. E per questo, salvo sorprese, lo richiamerà.

Precedente Pradè: "Porte aperte alla Juve per Vlahovic, anche a gennaio" Successivo Olivera al Napoli?/ Calciomercato, c'è l'accordo ma il Getafe non lo libera subito

Lascia un commento