La Roma in dieci per 50′: è 0-0 col Sassuolo. Ma quanti casi per l’arbitro

Espulso Pedro al 40′. Rosso anche a Fonseca a fine primo tempo per le proteste per il gol annullato a Mkhitaryan. Il Var cancella pure la rete di Haraslin nella ripresa

Massimo Cecchini

6 dicembre – roma

Nel corso accelerato di calcio italiano, per la famiglia Friedkin arriva il giorno della scoperta delle proteste. Quelle che a fine primo tempo fanno perdere la testa persino a un gentleman come Paulo Fonseca che, peraltro a torto, critica così tanto l’arbitro Maresca da meritare il rosso diretto. Intendiamoci, lo 0-0 finale tra Roma e Sassuolo è giusto perché nel primo tempo – in parità numerica – giocano meglio i neroverdi, però, quando i padroni di casa perdono Pedro per doppia ammonizione nel finale della prima frazione, tirano inspiegabilmente i remi in barca, consentendo ai giallorossi di giocare una buona ripresa che vale il (pur malinconico) punto. In vetrina, poi, due gol annullati, entrambi grazie all’ausilio della Var. Quanto basta perché prima Mkhitaryan e poi Haraslin rinfoderino la loro gioia.

Morale: per entrambe in tutto il match, solo due tiri in porta in tutta la partita. Solo in Sassuolo-Udinese se n’erano visti di meno. Incredibile, per chi immaginava la solita pioggia di gol che queste squadre sanno regalare. Un dato su tutti: la prima conclusione nello specchio arriva solo al minuto 57’.

Pedro e Fonseca espulsi

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In partenza Fonseca sceglie di confermare Cristante al centro della difesa per provare a palleggiare meglio in uscita, rilanciando così Kumbulla dopo lo stop da Covid. De Zerbi però, nonostante l’assenza di Caputo, sceglie di fare la partita, palleggiando sulla trequarti giallorossa, che accetta di giocare sulle ripartenze. Fino alla mezz’ora, pur senza grossi pericoli, il Sassuolo – con Djuricic schierato nella posizione di falso centravanti – ha in mano il pallino del gioco. Berardi, partendo da destra, si conferma quasi regista d’attacco, mentre Lopez – dietro alla punta nel 4-2-3-1 di partenza – prova a scambiarsi di posizione e inserirsi negli spazi, con Boga che tenta di accendersi sulla sinistra. Logico che, nelle praterie che si aprono dietro la linea difensiva neroverde, la Roma avrebbe modo di far esplodere la tecnica dei suoi attaccanti, ma le buone marcature preventive degli ospiti e la scarsa vena di alcuni protagonisti fanno lievitare i giallorossi solo verso la fine del primo tempo.

In fondo, dopo conclusioni fuori bersaglio di Mkhitaryan (7’), Locatelli (14’) e Dzeko (20’), il primo vero intervento dei portieri è a cura di Mirante, che stoppa un cross di Djuricic. Il Sassuolo a volte passa al 4-3-3, ma nel giro di sei minuti è Pedro che diventa protagonista negativo del match. Al 35’ tira fuori da buona posizione (ma era fuorigioco), al 37’ conclude alto e al 41’ prende la strada della doccia anticipata per via del secondo giallo rimediato a causa di un fallo su Lopez, che fa seguito al cartellino rimediato al 12’ per un brutto intervento su Berardi. Per lo spagnolo, la prima espulsione in 351 partite in tra Liga, Premier e Spere A.

Eppure, nonostante l’inferiorità numerica, la Roma confeziona la migliore occasione della prima frazione. Al 45’, dopo un errore di Marlon, Dzeko trova una autostrada davanti a sé, che sfrutta liberando Pellegrini davanti a Pegolo. Sciaguratamente, però, il centrocampista non tira e ripassa la palla al centravanti, il quale per intervenire fa fallo su Locatelli, rendendo inutile la rete di Mkhitaryan. Chiamato dalla Var, infatti, l’arbitro Maresca va a video e annulla la rete. I giallorossi si innervosiscono e a farne le spese, come detto, è Fonseca, che al fischio dell’intervallo va a discutere col direttore di gara e si merita il rosso diretto.

Var protagonista

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A inizio ripresa De Zerbi inserisce una punta vera, Raspadori, al posto di Lopez, ma la squadra si piega su se stessa. Le migliori occasioni, infatti sono della Roma. Al 4’ proprio Raspadori rinvia nei pressi della linea una conclusione di Dzeko, poi al 12’ Pegolo salva su tiro di Spinazzola. Due minuti più tardi, sempre Spinazzola crossa, Dzeko interviene col fianco e colpisce il palo. Il Sassuolo prova una sterile ragnatela, mentre i giallorossi, grazie ai lanci lunghi della difesa, sanno innescare il bosniaco, che al 28’ sfiora il palo con un gran tiro dal limite. Al 30’ la possibile svolta, visto che Haraslin segna con un gran tiro dal limite, ma partendo da posizione di fuorigioco. Nonostante la grande paura, la Roma ci prova ancora, con Dzeko che impegna Pegolo in tuffo. È l’ultima vera occasione, perché – se si eccettuano le proteste romaniste, che chiedono il rosso diretto per Obiang per un brutto fallo su Pellegrini, e un rigore per un presunto mani di Ayhan su cross di Pellegrini – alla fine i neroverdi di fanno vivi con Buourabia su punizione (parata facile di Mirante) e con lo stesso giocatore di testa, al 94’, nell’ultima azione d’angolo.

Finisce quindi con un pareggio che forse intristisce tutti: la Roma per aver scelto la tattica dell’attesa per tutto il primo tempo, e il Sassuolo per non aver approfittato della superiorità numerica. De Zerbi, però, può consolarsi per il fatto che – nonostante le assenze di Consigli e Chiriches – anche stavolta non ha subito gol, ed è la quarta volta nelle ultime 5 partite. Il braccio di ferro per la zona Champions, insomma, è destinato a continuare.

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