La Roma e il no a Milan e Real La lettera d’amore di Totti

Oggi si è allenato da solo a Trigoria, per recuperare dal problema alla caviglia, nei giorni scorsi invece Francesco Totti ha scritto una lettera aperta al portale “theplayerstribune.com” intitolata: “Per Roma”, in cui ha raccontato, a pochi mesi dalla fine della sua carriera, quello che i colori giallorossi hanno significato per lui in tutti questi anni. “Spero siate fieri di me – dice Totti, rivolto ai romanisti -. Per 39 anni, Roma è stata casa mia. Per 25 anni come calciatore, Roma è stata casa mia. O vincendo lo scudetto o giocando in Champions League, spero di aver rappresentato e portato i colori di Roma più in alto che potessi. Spero di avervi reso orgogliosi”.

ADDIO VICINO — C’è stato solo un momento in cui Francesco sarebbe potuto andare altrove: “ Dodici anni fa pensai di andare al Real Madrid. Quando una squadra di successo, forse la più forte al mondo, ti chiede di andare, ti metti a pensare a come la tua vita potrebbe essere altrimenti. Parlai col presidente e quello fece la differenza. Ma alla fine, parlai con la mia famiglia che mi ricordò cos’è la vita. Casa è tutto”. Glielo insegnò la madre, Fiorella, quando decise di dire no al Milan. Totti racconta quel momento così: “Gli uomini del Milan mi chiesero di unirmi a loro. Un’opportunità di far parte di un grande club italiano. Cosa avrei scelto? Beh, non fu una mia decisione, ovviamente. Mia madre era il capo. Lo è ancora. Ed è piuttosto attaccata ai suoi figli, diciamo. Come tutte le mamme italiane, era un po’ iperprotettiva. Non voleva che lasciassi casa per timore che qualcosa potesse accadermi.“No, no”, disse ai dirigenti. Era tutto quello che aveva da dire. “Mi dispiace, no, no”. Ventisette anni fa – aggiunge il capitano della Roma – fu difficile dire no al Milan. Avrebbe significato molti soldi per la nostra famiglia. Ma mia madre mi insegnò una lezione quel giorno. Casa è la cosa più importante nella vita”.

Il futuro — La Roma, anche, lo è stata. E con malinconia Totti ammette: “Quando guardo indietro nel tempo e quello che perderò, so che quella sarà la routine, la vita di tutti i giorni. Le ore spese ad allenarsi, le chiacchierate nello spogliatoio. Penso che quello che mi mancherà di più è condividere un caffè con i miei compagni ogni giorno. Forse, se tornerò come dirigente un giorno, quei momenti ci saranno ancora. Roma per me è il mondo. Questo club e questa città sono state la mia vita. Sempre”.


 Chiara Zucchelli 

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