La rivelazione di Banfi: “Lotito era romanista”

L’attore e noto tifoso giallorosso racconta: “Era sempre seduto vicino a me allo stadio e quando segnava la Roma era felice. I Friedkin? Mi sembrano tristi da morire…”

Michela Cuppini @MichelaCuppini

10 aprile – Milano

Non sarà romano da sette generazioni. Ma Roma e la Roma ce le ha nel cuore praticamente da sempre. È forse per questo che Lino Banfi, attore e noto tifoso giallorosso, quando parla della sua squadra del cuore è incontenibile. Un fiume in piena.

Le manca lo stadio?

“Sì, dello stadio ho ricordi bellissimi. Ricordo quando portai mia moglie e mio figlio per la prima volta all’Olimpico. Lucia mi disse: “Se urlate non vengo più”. E invece dopo due partite era lei che si alzava e si incazzava. Ho dovuto dirgli ‘stai buona che ci riprendono e mi fai fare brutta figura’. Pensi che avevamo il posto vicino a Lotito…”.

No aspetti, come Lotito?

“Sì, quando ancora non era il presidente della Lazio veniva a vedere la Roma. Ricordo che si sedeva sempre vicino a noi questo signore che ce l’aveva con gli arbitri. Poi chiesi: ‘Ma chi è?’. Mi dissero che aveva un’impresa di pulizie e che si chiamava Claudio Lotito. Ogni volta pensavo ‘mamma mia, ma sempre vicino a questo dobbiamo stare?’. Poi col tempo siamo diventati amici ed è venuto anche a recitare una parte nell’Allenatore nel Pallone 2”.

Quindi Lotito era romanista?

“Non lo so se veniva a gufare o a vedere la Roma. Ma posso dire che era romanista perché quando la Roma segnava lo vedevo: era felice. E poi gli è servito essere tifoso della Roma perché a forza di stare vicino a me e a Carlo Verdone – che siamo plurilaureati e abbiamo insegnato latino in tutte le scuole d’Italia – ha imparato i latinismi. Io e Carlo urlavamo agli arbitri ‘stronzus’, ‘stronzorum’ e allora piano piano Lotito ha appreso”.

Che voto darebbe alla stagione della Roma?

“Alla Roma di quest’anno do un 6,5. Non mi è piaciuta. Lo dico come Lino Banfi, ma soprattutto come Oronzo Canà: non condivido molto quello che fa il mio collega Fonseca. Deve sorridere di più, non sorride mai, è sempre incazzeto. Secondo me ogni tanto Fonseca va ad urlare da qualche parte per conto suo perché ha bisogno di sfogarsi. Ho amato Carlo Mazzone perché urlava e si incazzava però allo stesso tempo era uno che nello spogliatoio sapeva dialogare”.

Quindi Fonseca non le piace?

“Mmm, poco”.

Le piacerebbe vedere Allegri sulla panchina della Roma?

“Sì, anche perché è stato allievo di Oronzo Canà a Covercieno e ricordo che era uno dei migliori”.

E a proposito di Canà: che consiglio darebbe Oronzo alla Roma?

“Direbbe ai giocatori di mangiare meglio. Servono i cannolicchi, le cozze pelose della Puglia: solo questi cibi formano i veri calciatori. Altrimenti la bizona e il 5-5-5 non verranno mai…”.

La Roma può centrare la qualificazione in Champions?

“Secondo me possiamo farcela. Sto aspettando impazientemente che rientri la mia creatura: Zaniolo. Però se Dzeko gioca un po’ di più e Spinazzola continua a correre come una saetta ce la faremo. A proposito, spero che il suo infortunio non sia grave e che rientri presto: si chiama come un paese della Puglia quindi mi piace molto”.

A proposito di Zaniolo: che consiglio darebbe Nonno Libero a Nicolò?

“È scapestratello il ragazzo… Però è bello e piace alle belle donne. Zaniolo deve solo stare attento ad una cosa: che più bone sono e più pericolose diventano. Sono del parere che non bisogna proibire – come fanno molti nonni e allenatori – a questi ragazzi di fare l’amore. Dopotutto fortifica anche quello: le cosce, le gambe, i muscoli, il sorriso. Gli direi solamente: ‘Nicolò, attenzione a non esagerare sennò sono chevoli ameri”.

Dzeko si è intristito dopo la lite con Fonseca?

“Tra i due non c’è armonia ed Edin, giustamente, si è intristito. Il potenziale di Dzeko è almeno il 60% in più di quello che si vede”.

Chiudiamo con la presidenza: Friedkin le piace?

“Io sono abituato ai presidenti romani. Il presidente per antonomasia rimane Franco Sensi. Anche Dino Viola mi piaceva molto. Sono affezionato ai presidenti vecchio stile: quelli che vanno negli spogliatoi, parlano, si incontrano con i giocatori durante la settimana. I Friedkin li vedo sempre presenti allo stadio però mi sembrano tristi da morire. Si togliessero la mascherina e ci facessero vedere che anche loro hanno il sorriso. Ma parlano pugliese? Italieno? Boh…”.

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