La rinascita tedesca? Base sempre solida, la scossa col passaggio da Low a Flick

Dopo i flop agli ultimi Mondiali ed Europei, la Germania ha infilato 8 successi di fila (non accadeva dal 1980). Settori giovanili strutturati, con allenatori ben retribuiti, lavoro sul territorio e competenza a ogni livello

Ripartenza riuscita. Con una situazione molto diversa, ma comunque delicata. La Germania viene da alcune delusioni cocenti. Ai Mondiali 2018 è uscita, per la prima volta, nella fase a gironi. Appena 3 punti conquistati in un raggruppamento che comprendeva Messico, Svezia e Corea del Sud. Ultimo posto, prima umiliazione. Poi quella agli Europei: una sola vittoria nel girone con Francia, Portogallo e Ungheria, e l’eliminazione, agli ottavi, contro l’Inghilterra. Due sole vittorie nelle ultime sette partite giocate fra Mondiali ed Europei. Troppo poco per le ambizioni della Germania. Per questo si è deciso di cambiare, passando da Joachim Low a Hansi Flick. E i risultati, per il momento, sono notevoli.

numeri e filosofia

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Dopo 15 anni con Löw, probabilmente la nazionale tedesca aveva bisogno di una scossa, di linfa nuova. Con Flick sono arrivate 8 vittorie in 8 gare, con un totale di 33 gol fatti e 2 subiti. Le otto vittorie di fila sono la striscia più vincente per quel che riguarda la Germania da quando, fra il 1979 e il 1980 (allora era ancora la Germania Ovest), con Jupp Derwall in panchina, arrivarono 12 successi consecutivi. In realtà però il movimento tedesco, negli ultimi anni, non è cambiato particolarmente. Con Flick hanno esordito in nazionale 5 nuovi giocatori (l’ultimo ieri Schlotterbeck, del Friburgo). Non c’è stata una rivoluzione della rosa. Il problema, in Germania, era più la nazionale, la punta della piramide, che non le basi. I settori giovanili sono strutturati in maniera professionale. Fin dai pulcini gli allenatori vengono pagati lautamente in modo che ci si concentri esclusivamente sull’educazione calcistica dei ragazzi.

Si investe molto nel territorio, cercando di portare i giovani il prima possibile a giocare ad alti livelli. Non un caso che da Werner ad Havertz, passando per Rüdiger, Draxler, Kehrer e Kroos, sono tanti i tedeschi che giocano nei top club europei anche al di fuori della Germania. Non solo: la Premier League, da anni il campionato più ricco al mondo, investe sistematicamente nei giocatori e nei tecnici provenienti dalla Bundesliga (Manchester City e United, Liverpool e Chelsea sono pieni di giocatori passati per club tedeschi), proprio perché in Germania c’è grande capacità di individuare giovani di talento da lanciare.

competenza

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La competenza, in ogni settore. Dal maestro di calcio, agli osservatori, fino alle infrastrutture. E infatti, benché la nazionale negli ultimi anni non abbia incantato, sono spuntati giocatori quali Wirtz (del Leverkusen, valutato già 80 milioni) e Wanner (16enne del Bayern, il più giovane ad aver mai esordito con i bavaresi). I settori giovanili, insomma, continuano a sfornare. La qualità resta altissima. E la nazionale tedesca è già ripartita. Ma d’altronde aveva solo bisogno di un po’ di elettricità.

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