La rinascita di Messi e il momento nero di Cristiano Ronaldo

Nessuno dei due, quest’anno, vincerà il Pallone d’Oro. Sembra strano dirlo, ma è così. Inevitabile fase discendente di giocatori immensi che hanno scritto la storia recente del calcio. Guai a darli per finiti, impossibile non aspettarsi altre opere d’arte e colpi di scena, ma tra Leo Messi e Cristiano Ronaldo uno dei due vive un momento della propria carriera potenzialmente più felice, mentre l’altro è alla continua e spasmodica ricerca della felicità.

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Messi, sorriso ritrovato

Messi ha trascorso un anno difficile, il suo primo a Parigi. Arrivava da Barcellona con grandi aspettative: avrebbe dovuto fare la differenza in Ligue 1 così come in Champions, ma non è andata proprio così. Il periodo di ambientamento, però, è finito e il Messi visto nella Supercoppa di Francia contro il Nantes sembra proprio essere quello che conoscevamo. Tirato a lucido, capace nuovamente di dribblare, meno apatico e più nel vivo del gioco. Gliel’ha chiesto esplicitamente Galtier, l’uomo – senza esperienza in Champions – che però è chiamato a vincerla al suo primo anno al Psg. Lo coccolerà come ha fatto Pochettino e non ha bisogno di motivarlo. Gli stimoli arrivano da fuori, per lui come per Neymar, un altro campione che con la doppietta al Nantes ha fatto capire di avere ancora tanto da dire. Belli e cattivi, nonostante l’assenza di Mbappé (squalificato). Sulla carta, se stanno bene, non ce n’è per nessuno.

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Hide the pain, CR7

A Manchester, invece, Cristiano Ronaldo pare sull’orlo di una crisi di nervi. Il suo sorriso sembra quello di ‘Hide the pain Harold’, l’anziano signore – recentemente comparso nello spot di una compagnia telefonica – che per anni è stato il re dei meme. Harold, però, non ha mai nascosto la sua passione per l’altra squadra di Manchester, il City. Ride e mostra i denti, ma i suoi occhi trasmettono tristezza e nascondono il dolore (‘Hide the pain’ appunto). CR7, invece, ride nelle foto su Instagram e ha sorriso in campo nei 45’ giocati nell’amichevole contro il Rayo Vallecano in cui si è praticamente autoconvocato. Fa finta di essere contento, ma in cuor suo è profondamente triste per il fatto di non poter giocare la Champions. Jorge Mendes, il suo agente, l’ha proposto a mezza Europa: Bayern, Chelsea e Atletico Madrid su tutte, ma senza successo. A 37 anni si sente ancora al top e vuole inseguire altri record. In comune, lui e Messi, hanno la fame che crescerà esponenzialmente nei prossimi mesi, quando s’avvicinerà il Mondiale. L’ultimo grande appuntamento, l’unico grande trofeo che manca ancora a entrambi.

United-Cristiano Ronaldo: segni di distensione?

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