La rinascita di Danilo, tra Pep, il feeling con Pirlo e le dritte di Tudor

Il brasiliano dal curriculum prestigioso ha cambiato marcia in questo inizio di stagione: merito delle parole del compagno di squadra, dei ricordi con la difesa del City e della scintilla con il nuovo tecnico

Ultimi datori di lavoro: Real Madrid, Manchester City, Juventus. Ultimi capi: Zidane, Guardiola, Sarri. Danilo Luiz da Silva a 29 anni rischiava di ritrovarsi “troppo qualificato” per trovare un nuovo posto di lavoro. Invece è bastata una ricollocazione interna: il brasiliano di questo inizio di stagione non è solo recuperato alla causa, ma tanto rivitalizzato da sembrare tutto un altro giocatore, più aderente a quel curriculum in cui compaiono una Libertadores, due Champions, quattro campionati top vinti. A cambiare le sorti del brasiliano è stata una scelta di Pirlo, impostare la difesa a tre (e mezzo), e una chiacchierata.

La scommessa

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Siamo nei primi giorni di gestione del nuovo staff tecnico ed è Igor Tudor, vice di Andrea, a prendere da parte Danilo. Gli spiega che in questa stagione l’impostazione difensiva sarà simile a quella del City di Guardiola, e che l’allenatore vede in lui un interprete credibile per il ruolo di centrale destro, anche perché conosce già esigenze e movimenti. Il “mineiro” approva subito: sa come scalare, ama impostare, vede la possibilità di far fruttare le sue qualità nelle due metà campo (vedi cross-assist per Ronaldo). In preparazione scatta poi il feeling con il nuovo allenatore, in cui ritrova carisma e tranquillità che aveva apprezzato in Zidane. Risultato: titolarissimo, ma non solo. Primo della Juventus per palloni giocati (236, solo Locatelli meglio in A), in testa fra i bianconeri per passaggi riusciti (166) e primo anche nei recuperi (18). Quest’ultimo primato è assoluto in A, alla pari con Miguel Veloso. Dati parziali, ovvio (2 giornate), ma tira già un’altra aria, frizzantina. L’ha sentita anche Tite: Danilo è l’unico “italiano” convocato nel Brasile per le gare di ottobre. Già, perché c’è anche la Seleçao, in quel curriculum pesantino…

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