La prova del 9 di Romagnoli: un mese e mezzo per svoltare o dirsi addio

Il capitano è tornato a lavorare in gruppo, gli ultimi nove impegni stagionali diranno tutto sul suo futuro: rinnovo alle cifre che vuole il club o cessione

Quattro buone notizie negli ultimi tre giorni. Stefano Pioli si accinge ad affrontare gli ultimi nove tornanti stagionali con la rosa quasi al completo. Ed è una notizia, considerando il numero esorbitante di indisponibili – con un numero di gare complessive saltate che supera abbondantemente le centocinquanta – che hanno appesantito la stagione rossonera. L’ultimo in ordine di tempo tornato a lavorare assieme ai compagni non è un nome qualunque. È il capitano, Alessio Romagnoli. Un capitano in discussione all’interno di un’annata balorda che gli ha fatto scricchiolare il terreno sotto i piedi e ne ha messo in discussione il futuro a breve termine.

Scelte

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Romagnoli torna e… che cosa succederà? Iniziamo dalle cose pratiche: nell’allenamento odierno il centrale di Anzio ha lavorato in gruppo e quindi è clinicamente guarito dalla lesione al polpaccio sinistro (preceduta da una contusione a un piede) che gli ha fatto saltare le ultime cinque partite fra campionato ed Europa League. Ancora da valutare però la sua presenza nella lista dei convocati per Parma, dal momento che avrà nelle gambe soltanto due allenamenti completi dopo uno stop di tre settimane. Pioli deciderà venerdì pomeriggio, ma se non sarà Parma, sarà col Genoa la domenica successiva. Insomma, ci siamo, e qui si torna alla domanda di partenza: come sarà gestito? La domanda è pesante e il giocatore pure, dal momento che porta la fascia al braccio. Eppure per Pioli – ma evidentemente anche per la dirigenza – non è stato un problema lasciarlo fuori per scelta tecnica. In realtà è successo soltanto una volta, contro la Roma all’Olimpico, perché poi Alessio ha giocato le due partite successive e quindi è sparito di scena per infortunio.

Investimento

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Ma, la sensazione netta, è che l’esclusione di Roma sia stata uno spartiacque nell’avventura rossonera di Alessio, avvenuto dopo un mini filotto di prestazioni condite da errori rilevanti. Una situazione che ha indotto l’allenatore a gettare nella mischia con continuità Tomori, che ha impattato con il nostro campionato nel modo più rassicurante possibile. Una sorta di consacrazione certificata in pochissime partite, col risultato di diventare uno dei primi nomi meritevoli di investimento sul taccuino di Elliott. Un riscatto da 28 milioni su cui parrebbero esserci pochi dubbi e che di conseguenza rannuvola l’orizzonte di Romagnoli. Atteso quindi dalla prova del nove in queste altrettante ultime uscite stagionali (otto, se non sarà convocato per Parma).

Tetto salariale

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Un mese e mezzo per capire se, e come proseguire insieme. Il contratto in scadenza nel 2022 non concede molto tempo e le strade sono essenzialmente due: il rinnovo, ma alle cifre che reputa lecite il club (a parte Ibra e Gigio, non si deve superare il tetto dei 4 milioni netti) e con l’incognita di doversi giocare il posto con il senatore Kjaer e il rampante Tomori (non il massimo ritrovarsi in ballottaggio costante per un capitano). Oppure salutarsi qui, cercandosi un’altra squadra di livello – parliamo comunque di un ragazzo di 26 anni che gioca in Nazionale –, magari nell’ambito di uno scambio o di una cessione che eviti a tutti i costi al Milan di vederlo andare via gratis nell’estate 2022. D’altra parte, che il club rossonero valuti il possibile addio è chiaro anche dalle indiscrezioni di mercato, con il nome di Milenkovic tornato a essere caldo.

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