La Procura federale apre un’inchiesta sul Torino. Cairo: “Meglio così, noi inappuntabili”

Atto dovuto dopo le motivazioni della sentenza su Lazio-Torino della Corte d’appello Figc

l caso Lazio-Torino ha una nuova puntata. Dopo le motivazioni della sentenza della Corte d’appello federale pubblicate martedì, ieri la Procura Figc ha aperto un’inchiesta sul comportamento del club granata prima dell’incontro del 2 marzo all’Olimpico contro la Lazio, non disputato in seguito allo stop della Asl del capoluogo piemontese per i casi di Covid-19 nel Toro. Si tratta, da quanto filtra dalla stessa Figc, di un atto dovuto che ricalca quanto accaduto al Napoli, finito sotto indagine per la gara non giocata contro la Juve e che ha visto poi archiviare il fascicolo a suo carico.

L’input della Corte d’appello

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Nelle motivazioni della sentenza che ha stabilito che il match andrà rigiocato (respingendo dunque il ricorso della società biancoceleste che chiedeva il 3-0 a tavolino), la Corte, pur dando ragione al Torino, aveva censurato alcuni comportamenti del club “che sembrano finalizzati all’unico fine di ottenere (…) il rinvio della disputa delle gare”, tirando in ballo anche “furbizia” e “lealtà”. Parole messe nero su bianco che il procuratore Giuseppe Chinè non ha potuto ignorare, disponendo quindi l’avvio di un’indagine, nonostante nell’ultimo mese non avesse mai riscontrato gli estremi per farlo.

Torino tranquillo

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Dal Torino non filtra comunque alcuna preoccupazione. Il presidente Urbano Cairo si è detto “contento sia stata aperta un’inchiesta, anche se è un atto dovuto. Sarà così possibile dimostrare come il Torino si sia comportato in maniera inappuntabile”. Poi, a proposito del legale della Lazio che martedì aveva parlato di «truffa», ha aggiunto: “Valuteremo anche se querelare l’avvocato Gentile per le sue dichiarazioni”.

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