L’ultimo Tour de France lo ha consacrato, non è più una semplice promessa. Terzo posto e vincitore della classifica come miglior giovane. Pochi mesi dopo, sempre dalla Francia, Remco Evenepoel esce con più consapevolezza e, soprattutto, con il collo più pesante: due medaglie d’oro alle Olimpiadi all’ombra della Tour Eiffel, nella crono e nella prova in linea. Il ciclismo lo sta facendo conoscere in tutto il mondo, ma il suo primo amore sportivo era stato il calcio.
Evenepoel: l’Anderlecht, il Psv e Bellanova
Difficile a dirsi per quello che oggi è a tutti gli effetti un campione delle due ruote. Eppure Evenepoel fino ai 17 anni era sicuro che avesse fatto il calciatore professionista, o almeno questo gli dicevano tutti. I risultati gli davano ragione: gira alcuni dei vivai più prestigiosi tra Belgio e Olanda. Da quando aveva 5 anni giocava con l’Anderlecht, a 11 anni passa al Psv per quattro stagioni per poi tornare all’Anderlecht. Nel mentre, conquista le convocazioni della nazionale belga U15, con la quale affronta anche l’Italia di Raoul Bellanova, e U16, di cui ne diventa anche il capitano.
L’addio al calcio, gli infortuni e la prima bicicletta
Il futuro di Evenepoel sembrava destinato alle tinte calcistiche, eppure nel 2017 si ritira. Gli infortuni con l’Under 19 del Mechelen in Belgio lo portano a lasciare definitivamente il calcio e a iniziare la sua carriera nel ciclismo, quella che prima era il suo hobby grazie al papà Patrick, ex ciclista professionista. Gli basta un anno per vincere il campionato juniores belga, europeo e mondiale. Da lì continua a scrivere la storia, fino alla doppia medaglia d’oro a Parigi.
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