La popolarità mediorientale di Aurelio De Laurentiis

Esposizione universale a grandezza di cammello dell’immagine araba ornata di kefiah di Aurelio De Laurentiis allo chalet di Peppino cameriere a Mergellina. A destra, senza saluto romano, quelli che vogliono bene al presidente, mette ordine don Ciccio portiere di palazzo. La fila resta deserta. A sinistra, sotto la freccia di Elly Schlein, i contrari, precisa Salvatore pittore di alici. Ressa e spintoni. Chi vuole attenderlo al varco, vada al centro nel Movimento tre pappici, chiarisce don Peppino parcheggiatore allusivo. Visto da destra, Aurelio mi sembra Lawrence, osserva Gennaro Piromallo salumiere. Si, ’nzuonno, commenta Salvatore pittore di alici. Visto da sinistra, mi sembra Arafat, nota Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. Stesso naso, acconsente Saverio Malaspina ragioniere.  Comm’è bell sto sceicche, mormora ’onna Carmelina mentre pieni di pianto ha gli occhi. Prima di Aurelio, c’era riuscito solo Totò, commenta Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo. La vostra vuole essere un’osservazione sarcastica, chiede don Ciccio portiere di palazzo. Per carità, solo una casistica cinematografica, precisa Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo.  

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