La politica del pallone e la partita per il futuro del calcio italiano

Proprio in questi giorni, mentre si consumava l’epilogo del Governo Conte e prendeva corpo il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi – con un discorso al Senato incentrato su giovani e sviluppo sostenibile – si gioca un’altra “partita” che più politica non si può, quella per il futuro del calcio italiano.

L’elezione del nuovo presidente Figc

Lunedì 22 febbraio è infatti il giorno designato per l’elezione del nuovo presidente della Figc. Pur senza un Recovery Fund da discutere sul tavolo, le sfide che la nuova Federcalcio dovrà affrontare non sono certo più semplici di quelle che aspettano il Governo nazionale. Il momento sembra cruciale per disegnare il futuro dello sport più amato dagli italiani, superare la fase difficile – dal punto di vista economico prima che sportivo – e definire le priorità dentro e fuori dal campo.

Figc, Gravina punta alla riconferma

Il presidente uscente Gabriele Gravina punta alla riconferma, con un programma dal titolo “La partita per il futuro”, che ha visto la firma di cinque delle sette componenti federali (lo Statuto della FIGC vieta agli arbitri di sottoscrivere candidature). Come riportato anche dalla Gazzetta dello Sport, infatti, per la rielezione dell’attuale presidente si sono schierate la Lega A, la Lega B, la Lega Pro è le associazioni di calciatori (AIC) e allenatori (AIAC).

La sola Lega Nazionale Dilettanti – che pesa però per il 34% di voti, fatto che continua a generare non pochi mal di pancia tra le big del calcio – è rimasta ferma nella proposta di uno sfidante, il suo presidente Cosimo Sibilia, nonché deputato di Forza Italia. 

Se l’esito appare scontato – tanto che lo stesso Sibilia, più che concentrarsi nella campagna per la poltrona federale, pare stia facendo grandi pressioni per trovare una poltrona da sottosegretario nel Governo Draghi – tutt’altro che scontato sembra il futuro del calcio italiano, lacerato tra problemi economici e strutturali.

Gravina sinora ha potuto governare grazie a un consiglio coeso che ha condiviso quasi tutte le scelte. Con la crisi imposta dalla pandemia che non accenna a risolversi in tempi brevi, serviranno regole che rendano più sicuro il sistema anche dal punto di vista economico.

Troppo spesso, ad esempio, la sostenibilità dei club passa dal trading di giocatori o da plusvalenze “gonfiate”. Sollecitato sul punto, Gravina ha espresso grande preoccupazione, ricordando che “il player trading, o le plusvalenze artatamente costruite, sono sicuramente perseguibili, ma noi abbiamo una grande difficoltà nell’individuarle. Adotteremo degli accorgimenti che possano consentire agli organismi di controllo e di vigilanza di scoprire e perseguire chi non è in linea con il rispetto delle regole”.

Ridisegnare i campionati europei

Sul fronte internazionale, poi, è in gioco il ridisegno dei campionati europei. La Figc teme che la Superlega che è stata ipotizzata possa danneggiare il “prodotto calcio” nazionale, mentre è disponibile a discutere con la Uefa il progetto della cosiddetta “Super Champions”.

In ogni caso, dopo aver sostenuto il sistema nella crisi più pesante dal dopoguerra ad oggi, dopo aver riportato entusiasmo verso la Nazionale – inaugurando un vero Rinascimento Azzurro – e dopo aver investito nello sviluppo del calcio femminile, quale che sia il risultato della partita elettorale, servirà riformare profondamente l’intero sistema, evitando che il calcio si svuoti come il pubblico negli stadi.

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