La Pasqua dello Shakhtar: donate 1 euro per l'Ucraina

La cessione al Chelsea dell’attaccante Mychajlo Petrovy? Mudryk, 22 anni, ha fruttato 100 milioni di euro allo Shakhtar Donetsk, la squadra del Donbass che, sfollata dal 2014, a causa della guerra, ha dovuto abbandonare il suo stadio, la Donbass Arena e giocare all’Arena L’viv di Leopoli sino al 2017, poi al Metalist Stadium di Charkiv fino al 2020 e, da allora, allo stadio Olimpico di Kiev. Della somma incassata dall’operazione Mudryk, record assoluto per il calcio ucraino, lo Shakhtar ha donato 23 milioni di euro ai soldati ucraini tramite il fondo Heart of Azovstal: esso offre sostegno finanziario e sanitario alle famiglie dei militari che hanno combattuto contro i russi nella battaglia di Mariupol. Lo sport ucraino ha pagato un tragico prezzo di sangue e di devastazione al conflitto scatenato dalla criminale aggressione putiniana: sono 262 gli atleti ucraini uccisi, 363 gli impianti sportivi distrutti, fra i quali lo stadio di Irpin che verrà ricostruito grazie anche all’intervento di  Fondazione Milan e di Andriy Shevchenko. Il Pallone d’Oro si è trasformato in un infaticabile testimonial della causa del suo Paese grazie a United 24, l’iniziativa globale di sostegno dell’Ucraina lanciata dal presidente Volodimr Zelensky il 5 maggio 2022 e, finora, capace di raccogliere circa 280 milioni di euro. Ma la solidarietà non può fermarsi verso la nazione che, dopo quasi quattordici mesi di guerra, ogni giorno conta nuove vittime civili dei bombardamenti russi. Il numero delle persone bisognose di assistenza umanitaria è salito a oltre 17 milioni, 8 milioni sono i rifugiati che hanno lasciato il Paese, altri 5,9 milioni sono sfollati all’interno dell’Ucraina e si stima che oltre il 60% delle popolazione rimasta abbia un reddito al di sotto della soglia di povertà. Nel 2018, la squadra di Donetsk ha aperto i battenti della Fondazione Shakhtar Social, dedicata allo sviluppo dello sport di base dei bambini. Onu e Unicef la sostengono. Dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, Shakhtar Social è diventata il motore di molteplici iniziative umanitarie. Queste: fornire aiuti concreti, cibo, vestiti, biancheria da letto, forniture mediche e generatori elettrici nelle aree più colpite, molto vicine alla linea del fronte, nell’Est del Paese; trovare case e famiglie per i bambini resi orfani dalla guerra; curare i soldati feriti in combattimento per consentire loro di sottoporsi  a interventi chirurgici specializzati;  consentire a oltre mille bambini di continuare a giocare a calcio. Ha annotato Sergey Palkin, amministratore delegato dello Shakhtar, attualmente primo nella classifica della  Prem”jer-l?ha, il massimo campionato nazionale (ieri ha battuto il Metalist 1-0): “Anche se siamo in guerra, continuiamo a giocare a calcio e continueremo a fare il nostro lavoro in tutte le comunità ucraine per offrire sempre di più al nostro popolo. Ora chiediamo aiuto anche a tutti i club europei. Nel 2022 abbiamo raccolto oltre 1 milione di euro giocando una serie di amichevoli e raccogliendo generose donazioni. Sarebbe splendido se, nei test precampionato della prossima estate, un euro di ogni biglietto venduto dai club europei venisse destinato a Play for Ukraine, Gioca per l’Ucraina. Allo stesso modo saremmo profondamente grati a chi volesse donare una quota dei proventi per acquistare cibo e bevande o vendendo merce unica e solidale con l’Ucraina”. C’è una mail alla quale scrivere: [email protected]. L’inno nazionale lo ripete sempre: non è ancora morta la gloria dell’Ucraina né la sua libertà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Precedente Il Bologna si gode il proprio bomber: Tommaso Ravaglioli Successivo Moviola Lazio-Juve: Di Bello nel caos. E il gol di Milinkovic…