La parabola di Zaniolo tra sogni e realtà

Si è chiamato fuori, chiede di andare via. Ma nessuno lo vuole davvero

Due partite, sei punti, quattro gol fatti: due Dybala, uno a testa Abraham e El Shaarawy, il naturale sostituto di Zaniolo. La Roma non pare avvertire molto l’assenza di Nicolò, che si è tirato fuori dopo aver chiesto di essere ceduto a gennaio. Come sono lontani quei gesti a favore di telecamera: i cori con i tifosi sul pullman scoperto per festeggiare la Conference, i baci sulla maglia, le fasulle dichiarazioni d’amore. Che Zaniolo da almeno un anno stesse chiedendo di andar via è risaputo, ma con quanta insistenza e con quali strategie è venuto alla luce solo negli ultimi giorni. La dura presa di posizione di Pinto prima della gara con lo Spezia certifica che la Roma non ne può più di un giocatore le cui tante bizze sono inversamente proporzionali a gol, giocate e assist.

il mercato

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Il suo agente Vigorelli si era già sbattuto a giugno con la Juve e il Tottenham per trovargli squadra. Peccato che offerte reali alla Roma non siano mai arrivate, né allora quando chiedeva tra i 45 e i 50 milioni, né ora che è scesa a 30 ed è disposta a cederlo in prestito ma con obbligo di riscatto. Anche con pagamenti dilazionati, ma certi. Per ottenere una plusvalenza reale entro il 30 giugno e per poter comprare un degno sostituto. E se a giugno poteva ancora esserci qualche dubbio sul suo recupero fisico, dopo i due crociati, ora i club paiono più preoccupati dalla tenuta della testa rispetto a quella delle ginocchia. Nicolò dovrebbe capire che non basta avere talento, bisogna anche farlo vedere in campo e fuori.

L’unico club finora a farsi avanti è stato il Tottenham del suo estimatore Paratici, ma con un’offerta piena di cautele: un prestito con obbligo legato al raggiungimento della Champions e a un numero di partite da titolare (almeno 12). Il rischio per la Roma di vederlo tornare a Trigoria a giugno sarebbe altissimo. Tanto vale allora tenerlo a Trigoria e venderlo in estate, quando il valore sarà forse più basso, ma le squadre disposte a dargli una chance potrebbero essere di più, nell’andirivieni di acquisti e cessioni. Pare che il Milan si sia iscritto al partito dei possibili interessati a giugno. Nel frattempo però Zaniolo, che sbaglia spesso uscite e strategie, dovrebbe restare a Roma: con quale spirito e prospettive di giocare?

Il talento

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Chissà se Nicolò conosce il detto romanesco sulla sora Camilla “che tutti la vogliono e nessuno se la piglia”, neanche a prezzi di saldo che in Premier equivalgono a una fiche buttata sul tavolo. E dovrebbe pensarci anche quando, considerandosi un top player che ancora non è, chiede 5 milioni di ingaggio. Una cifra compatibile con un valore di 50 milioni e con club disposti a spenderli. Ma non ci sono. Doveva diventare fiore all’occhiello della Nazionale e per ora è ai margini. Doveva trascinare la Roma e ha fatto solo un gol in A. Non c’è cosa più triste di un talento sprecato. Auguriamo a Zaniolo, di non far parte di quella schiera di giocatori che potevano avere tanto e hanno raccolto poco, buttando al vento le loro qualità. Nicolò ne avrebbe per essere protagonista. Ma servono applicazione, umiltà, voglia di imparare, professionalità in campo e fuori, ambizione che non diventi sbruffoneria, rabbia sana, educazione.

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