La “nuova vita” di Leao: da ventenne svogliato a leader e trascinatore del Milan

Il portoghese ha messo da parte gli atteggiamenti criticati da più parti, ha fatto tesoro dei rimproveri e ha preso in mano la squadra

Leao ha preso alla lettera “Beginning”. “Inizio”. “Nuova vita”. Che per lui va oltre il significato base. “Beginning” è il titolo del suo primo album da rapper amatoriale, 7 brani scritti da lui per far capire a tutti che oltre al pallone c’è la musica, passione da sempre. Forse il futuro: “Quando smetterò di giocare potrei fare quello”. Chissà. “Beginning”, però, è anche il modo di intendere questo 2022, iniziato alla grande con 3 gol e 2 assist in quattro partite. Nessuno come lui.

Repertorio

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Leao si è preso il Milan per non lasciarlo più. Ha messo da parte quegli atteggiamenti criticati da più parti, Ibra in primis, per diventare leader e trascinatore. Ha imparato a giocare col sorriso, a divertirsi in campo, a cambiare il linguaggio del corpo. Pioli gliel’aveva detto più e più volte: “A volte sta in mezzo alle nuvole, deve avere più entusiasmo”. Non se l’è fatto ripetere. Guardatelo oggi. Decisivo, prolifico, straripante. Un homo novus. Nelle ultime uscite ha portato il Milan sulle spalle: gol nel 3-1 alla Roma, un paio di assist nel tris al Venezia, un altro squillo al Genoa in Coppa e il pallonetto di lunedì contro lo Spezia, dopo aver guadagnato il rigore (poi sbagliato da Theo). L’emblema della sua crescita è Venezia-Milan, però. Pioli l’ha richiamato in panca dopo un’ora perché aveva dato tutto.

Primo Henry

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Prima l’assist per Ibra, poi il guizzo da numero 10 per Theo. Nel mezzo dribbling, sgasate, tagli e assoli per dimostrare a tutti che il ragazzino è ormai cambiato. E che forse il paragone con Henry non è così utopico: “Mi ricorda il primo Titì, quando partiva da sinistra per accentrarsi”. Nick Amoruso, ex compagno del francese in quella Juve, è d’accordo con lui: “Qualche somiglia c’è”. La differenza la fanno i gol, perché la gemma dell’Arsenal toccava quota 30 giocando da numero nove. Rafael ha provato a fare la punta, l’ha fatto più volte in carriera tra Sporting e Lilla, ma fin qui ha dimostrato di rendere al meglio come esterno offensivo.

Quanti gol

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Con l’ultimo guizzo contro lo Spezia ha raggiunto le 8 reti stagionali (con 5 assist), eguagliando l’annata 2018/19 con il Lilla. Con il Milan, nelle due stagioni precedenti, ha toccato quota 6 reti in campionato. Le stesse di adesso. “Dio mi ha donato il talento, poi ci sono sacrifici”. Gli sono servite tirate d’orecchie, sbuffi e qualche panchina, ma ormai ha capito. Ibra gli ricorda ogni giorno l’importanza dell’aspetto mentale, Pioli il valore della tattica e come riuscire a pungere, mentre la società si frega le mani. In estate il portoghese è stato tolto dal mercato. “Non si vende, guardate altrove”. Rafael, da ventenne indolente e un filo svogliato, è diventato finalmente ciò che tutti stavano aspettando: trascinatore e leader tecnico. “Beginning”. Nuovo inizio. Si può dire ad alta voce.

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