Il percorso del tecnico toscano può essere diviso in due metà piuttosto diverse. Una prima parte di enorme affidabilità: Livorno, Reggina, Samp fino al decollo napoletano e una seconda invece più opaca. Ora il ritorno al futuro per provare a rendere ancora grande il Napoli
Mazzarri torna in panchina a Napoli. Dieci anni dopo. Era il 2013, bei tempi. Pesavo quindici chili in meno e mi emozionavo con “La Grande Bellezza”. Voi? La notizia ci proietta col pensiero lì. Eravamo tutti giovani e forse pure belli. Acqua passata, però. Adesso ai tifosi del Napoli interessa solo una cosa: sarà un successo? Diciamolo onestamente. La prima cosa a cui molti hanno pensato appena la notizia del ritorno è diventata realtà è lui che guarda l’orologio, che maledice la pioggia o qualche altra calamità improvvisa. Il web non perdona. Materiale corposo e meme di ogni tipo. Le community ci hanno campato per una settimana. L’altro giorno mi sono addirittura imbattuto in una dettagliatissima top ten delle migliori scuse mazzarriane, dal compleanno di Cavani all’arbitro che si infortuna fino alla famosa pioggia di San Siro, dopo il 2 a 2 dell’Hellas. Per carità, nell’epoca della comunicazione permanente ci sta pure questo. La forma è sostanza, e viceversa. L’ironia è accettabile e anzi fa bene alla salute, facciamoci tutti una risata