La nuova sfida dell’ex Juve Montero: torna in Sudamerica

Nella stagione 2005/2006 Paolo Montero lascia la Juventus e si unisce al San Lorenzo. Non una esperienza indimenticabile, complice un fisico ormai piuttosto provato dagli infortuni. Quindici anni dopo, l’ex difensore bianconero ricomincia una nuova carriera. Come riportato da Olè sarà il nuovo direttore tecnico del club.

RITORNO – Un ritorno voluto. E cercato. “Noi in Uruguay seguiamo molto il calcio argentino e per me era un sogno giocare in quel paese, ma mi sono potuto godere l’esperienza a causa dei tanti infortuni”. In totale 18 partite  un gol per il Racing e un gesto da signore. “Ho lasciato, rinunciando a una cospicua parte del mio contatto. Non avevo potuto dare il contributo che volevo. E comunque è rimasto un grande affetto con la gente di San Lorenzo, mi hanno sempre trattato molto bene ed è un club che ho sempre seguito”.

PROGETTO  – Le idee sono chiare. Come l’evoluzione del suo ruolo. “È una grande sfida che arriva nel momento giusto perché ho accumulato un po’ di esperienza. Il San Lorenzo deve cercare sempre di essere protagonista. E per esserlo anche i difensori diventane fondamentali in una squadra. Devono iniziare a prendere atto di dover anche impostare. Ormai il calcio moderno richiede ai centrali di costruire il gioco oltre che a saper utilizzare il corpo per l’anticipo”.

PERSONALITA’ – Montero proverà a trasmettere anche la personalità: “Mi ispiro alle regole che mi ha insegnato mio padre. La cosa più importante è guardarsi negli occhi. Mi piace quando il giocatore che non gioca si arrabbi, ma bisogna anche allenarsi. Per raggiungere il successo conosco solo un modo. Lavorare e allenarsi tutti i giorni al 100%. In ogni caso non entrerò negli spogliatoi per intimidire i calciatori. Se mi capiterà di entrare sarà perché qualcuno non è riuscito a risolvere un problema. Non parlo molto. Credo che gli interventi siano paragonabili all’aspirina. Va presa quando serve. Non mi spaventa lo spogliatoio, non ho la minima preoccupazione nel gestirlo. Arrivo per dare una mano e collaborare. Non sono qui per invadere lo spazio altrui, così come nessuno toccherà il mio”.

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