La mitica 20 di Pablito in Italia-Brasile va all’asta. Ma servono 50mila dollari. Ecco la storia

Parla Juninho, il calciatore brasiliano a cui è stata regalata la maglia con cui Pablito, il 5 maggio 1982, al Mondiale di Spagna, segnò tre gol in Italia-Brasile: “Entrai negli spogliatoi e qualcuno mi diede un sacchetto…”

Sebastiano Vernazza

15 dicembre – Milano

La maglia di Paolo Rossi – “quella” maglia, la divisa azzurra numero 20 con cui Pablito, il 5 maggio 1982, al Mondiale di Spagna, segnò tre gol al Brasile – è in vendita per 50mila dollari, poco più di 40mila euro al cambio attuale. Un’unica condizione: “Ci tengo che a comprarla sia qualcuno legato al mondo dello sport”. A parlare, dalla sua casa di Ribeirão Preto, in Brasile, all’interno dello Stato di San Paolo, è il legittimo proprietario del cimelio, Juninho Fonseca, 62 anni, difensore di riserva del Brasile al Mondiale ’82 e in panchina al Sarrià di Barcellona il 5 luglio fatidico. Juninho Fonseca nel 1982 giocava al Ponte Preta, poi passò al Corinthians, al Vasco da Gama e al Cruzeiro, e in Giappone vinse due campionati con lo Yomiuri. Da allenatore, il suo massimo è stata la panchina del Corinthians, nel 2003-2004.

Juninho, non siamo esperti di memorabilia dello sport, ma 50mila dollari per la 20 di Rossi, in Italia-Brasile 3-2, non ci sembrano molti. Forse potrebbe ricavarne di più.

“Non lo so, per me credo che siano abbastanza, ma vediamo, se qualcuno offre di più, tanto meglio. L’importante è che la maglia finisca in buone mani. C’è un ex giocatore del Brasile che me l’ha chiesta con insistenza, ma finora non abbiamo trovato l’accordo. No, non voglio dire chi sia”.

Ci racconta come ne è entrato in possesso?

“Io quel giorno ero tra i panchinari, perché Edinho (ex dell’Udinese, ndr), il primo cambio della difesa, era infortunato. Alla fine della partita sono entrato nello spogliatoio dell’Italia perché volevo scambiare la mia maglia numero 14 con una “camisa azul”. Non avevo pretese, mi bastava una maglia qualsiasi. Qualcuno, non ricordo chi, di sicuro non un giocatore, forse uno dello staff dei magazzinieri o dei tecnici, non lo so, mi diede un sacchetto con dentro la “camisa” e io sul momento non guardai neppure di chi fosse. Uscito da lì, diedi un’occhiata: era la numero 20″.

È sicuro che fosse proprio quella usata da Rossi in partita? Magari era una 20 di ricambio, non utilizzata.

“No, era sporca, intendo dire piena di sudore. Era quella che aveva indossato in campo, ne sono certo”. In tutti questi anni dove ha conservato la maglia? “Per lungo tempo è rimasta dentro una valigia nella mia casa di Olimpia, la cittadina brasiliana in cui sono nato e cresciuto, sempre nello Stato di San Paolo. Poi mi sono stabilito a Ribeirão Preto e ora è qui con me, su una gruccia”.

Che cosa fa lei oggi?

“Non alleno più, sono “comentarista” per radio Rede Fé e ho un canale Youtube, “Juninho Fonseca de Olho no Lance”. Adesso mi chiamano tutti per la maglia di Rossi e però io ho una curiosità: dove sarà finita la mia maglia numero 14 del Brasile, che il 5 luglio consegnai a qualcuno del gruppo dell’Italia?”.

Se qualcuno lo sa, batta un colpo, ma più di ogni altra cosa sarebbe bello riportare in Italia la 20 di Pablito. Forse potrebbe incaricarsene la nostra federcalcio, magari attraverso il Museo del Calcio di Coverciano. Pensiamo che se l’”affare” fosse legato a un’iniziativa di beneficenza, Juninho Fonseca non farebbe questioni di prezzo. Bisognerebbe però che glielo chiedessero in via ufficiale dalla Figc, magari il presidente federale stesso, Gabriele Gravina. O forse potrebbero essere gli stessi azzurri di Spagna ’82 a incaricarsi del “recupero”. Idee che buttiamo lì nella speranza che la 20 ritorni a casa. (ha collaborato Fernanda Massarotto)

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