La missione di Mbappé per la Francia e per O Rei

A parte la corsa, il dribbling, il tiro e tutto ciò che ricade nel campo gravitazionale del pallone, Kylian Mbappé ha questo di bello: ride sempre. Ride quando gli pongono domande alle quali non sa o non desidera rispondere, ghigna o almeno così pare quando scorge una cruna dell’ago sgombra tra sé e la porta e ci spara dentro a tutta forza, si sganascia sulla prima pagina dell’Équipe che affida a lui, gli piaccia o meno, il ruolo di salvatore della Francia dalle intemperie del Mondiale. Primo, a lui di sicuro piace. Secondo, devono tenerselo buono. Ci sono persino abituati. Quando stava per mollare il Paris Saint-Germain gli telefonò Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica, per convincerlo a desistere. Tre volte, stando a calcoli approssimati. Mbappé lo ha raccontato a Sports Illustrated, Macron ha confermato, il Real Madrid è rimasto con le mani in tasca e Kylian è diventato il calciatore dall’introito netto annuo più alto in assoluto: 128 milioni secondo una stima di Forbes, otto milioni più di Leo Messi. Hanno faticato di meno a impedirgli di scappare dalla Nazionale, dopo che all’Europeo aveva sbagliato il rigore determinante contro la Svizzera e i tifosi, o chiamateli un po’ come vi piace, lo avevano fischiato e definito scimmia. In quel frangente si è convinto da solo: «Penso di avere inviato il messaggio giusto alle giovani generazioni: noi siamo più forti di tutto questo». E poi l’Europeo passa e il Mondiale torna. Pura combinazione: torna e ci conduce in Qatar, cioè nel Paese il cui fondo sovrano possiede il Psg. Il che spiega forse meglio delle telefonate istituzionali il motivo per il quale non c’era alcuna vera possibilità che Mbappé passasse proprio in questa stagione a qualsiasi altro club. La sontuosa raffigurazione di tutto ciò sta nel triennale da 636 milioni lordi totali firmato il 21 maggio scorso e nelle gigantografie del giocatore che tappezzano Doha. Sì, il Mondiale torna, per la sfortuna di chi lo ha vinto nell’edizione precedente. È dal 2010 che i campioni in carica non passano la fase a gironi: ha cominciato l’Italia, adesso l’accompagnano tristemente Spagna e Germania, qui e oggi tocca alla Francia passare attraverso l’ordalia. Hanno mucchi di talento in squadra, abbastanza da ignorare le inquietanti assenze; ma li avevano anche gli altri.

Francia dietro le quinte: foto di squadra e colloquio Benzema-Mbappé

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Francia dietro le quinte: foto di squadra e colloquio Benzema-Mbappé

Magari gli altri non avevano Mbappé. Cioè uno che prima di compiere 24 anni ha già disputato 7 partite dei Mondiali, come il Ronaldo brasiliano e una meno di Messi. Il francese fa fischiare le orecchie a Pelé, il quale in quella fascia di età segnò 7 volte in Coppa del Mondo. Lui è a 4 e si appresta sin da oggi ad andare oltre. Intanto è a 40 gol in Champions, il più giovane di sempre ad arrivarci: una volta queste cose le faceva Messi. È chiaro che per la Francia il problema del girone (oggi l’Australia, sabato la Danimarca e il 30 la Tunisia) è una storia per spaventare i bambini. Beh, lo era pure per Italia, Spagna e Germania, ma non sottilizziamo. La Francia gioca per il titolo e questo sì che è difficile. Nessuno vince due volte di seguito dal 1962, quando ci riuscì il Brasile. Nel 1934 e 1938 lo fece l’Italia. E basta. Mbappé, sganasciandosi, si prende questa responsabilità da decorato sul campo: «Non è comodo il bis, però la squadra è forte e avere da molto tempo lo stesso ct è un vantaggio». Giroud gli viaggerà al largo lasciandogli i varchi verso il centro che predilige. Con Benzema, fosse arrivato intero in Qatar, invaderli sarebbe stato più difficile. L’unico a vincere due volte il Mondiale prima dei 24 anni, come ti sbagli, è Pelé. Kylian li compie due giorni dopo la finale. Vista la rima tronca tra i cognomi, potete preparare tutte le strofette celebrative che volete. Mbappé non se ne avrà a male. Probabilmente ci riderà sopra.

Idolo, piatto preferito e squadra del cuore: Mbappé svela tutto

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