La maschera feticcio e una dedica speciale: Osimhen spiega la prima tripletta

Il centravanti del Napoli non si è più tolto la protezione al volto dopo l’infortunio di novembre e si gode la figlia appena nata: “Va tutto alla grande, merito della squadra”

Salvatore Malfitano @malfitoto

29 ottobre – Milano

Si dice che non tutti i supereroi portino il mantello. Victor Osimhen, però, almeno indossa una maschera. Non se la toglie più dallo scorso 17 gennaio, anche se le fratture al volto che aveva rimediato a San Siro pochi mesi prima sono guarite da tempo. Dopotutto, la scaramanzia è uno dei tratti più tipizzati del popolo napoletano. Alla maniera di Zorro, punisce gli avversari e scrive una lettera, col dito e non con la spada. Per amore e non per scherno. “È la dedica per mia figlia, è la mia vita e ogni volta che segno penso a lei” ha ammesso l’attaccante del Napoli ai microfoni di Dazn.

GIGANTE BUONO

—  

Una dimostrazione dell’animo gentile è arrivata anche pochi giorni fa, quando ha trovato lavoro allo steward licenziato perché dopo la sfida con la Roma si era concesso una foto con il suo idolo. La piccola Hailey True è nata lo scorso 6 ottobre, mentre il nigeriano era ancora alle prese con il recupero dalla lesione di secondo grado al bicipite femorale che l’ha tenuto fuori quasi un mese e mezzo. Il rientro è avvenuto in modo straripante, ha segnato in ogni singola partita che ha disputato da quando è nuovamente a disposizione di Spalletti. Ne hanno fatto le spese Ajax, Bologna, Roma. Ha saltato la sfida con i Rangers, nella quale il tecnico ha preferito tenerlo a riposo, e per ben tre volte oggi è toccato al Sassuolo: “Sono felice di essere tornato così bene, cerco sempre di conquistare dai compagni e dall’allenatore più fiducia di quella che già mi danno. Sono molto contento dei gol e voglio continuare a godermi questo momento speciale. Prima di tutto però i complimenti vanno rivolti alla squadra”.

INCONTENIBILE

—  

“Chi non soffre l’attacco alla profondità di Osimhen?” si è chiesto Alessio Dionisi dopo aver visto la sua squadra cadere sotto i colpi dell’uomo mascherato. Il tecnico del Sassuolo ha centrato l’aspetto che caratterizza il suo gioco. Spalletti può contare su tre attaccanti molto diversi tra loro, con Simeone che valorizza la presenza in area di rigore e Raspadori che invece sa abbassarsi a dovere per legare il gioco. L’aspetto realmente sorprendente è che tutti e tre vanno in rete con incredibile facilità, con l’allenatore che può scegliere sempre l’arma migliore a seconda delle varie esigenze. Osimhen, che ha appena realizzato la prima tripletta in Italia, segna un gol ogni 93 minuti oppure, per dirlo ancora meglio, praticamente uno a partita. Nessuno può sfuggirgli, specialmente quando poi il fidato scudiero è Kvaratskhelia, che anche oggi ne ha ispirato le prodezze, servendogli addirittura gli assist per i primi due sigilli di giornata. In fin dei conti, è di nuovo una questione di lettere e il messaggio è chiaro: un altro colpo del ko, per guidare la fuga.

Precedente Dalle critiche al riscatto a suon di gol: Dzeko, Jovic e un futuro da scrivere Successivo Mou, c'è un problema: Roma, zero gol dalla panchina...