La maglia portafortuna, le corna, la profezia di Diego: le scaramanzie del Napoli

Con la divisa modello Argentina sono arrivate due 4-0 e giovedì con la Real Sociedad che si fa? Dagli oggetti ad hoc ai tweet propiziatori, così si propizia una bella stagione

Maurizio Nicita @manici50

7 dicembre - Napoli

E ora provate a cambiarla quella maglia che è benedetta da D10S. Due partite di campionato, due vittorie, 8 gol fatti zero subiti, e la... moltiplicazione dei marcatori: ben 7 sulle 8 reti. E quella foto che fa il giro dei social con Diego Armando Maradona che “prevede” il numero di gol. Nel dolore che ancora avvolge Napoli per la scomparsa del suo grande campione, quella della maglia a strisce biancazzurra, modello Argentina, oggi è un ricordo e anche un amuleto. E dire che quando nella stagione 2002-03 il club - allora sponsorizzato Diadora - aveva proposto una casacca simile, furono polemiche per l’oltraggio all’azzurro. E presto quel modello finì in soffitta, complice un Napoli che vivacchiava in B, prima del fallimento che sarebbe arrivato un anno dopo, estate 2004.

Giallo e camouflage

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Da anni, per via delle aggressive campagne marketing di società e sponsor, il colore azzurro classico del Napoli non sempre è predominante. Nel 2013 per esempio spuntò la prima “camouflage” o mimetica. Una maglia che ha diviso parecchio. Discussi fli influssi in campo, un successo di merchandising. Come spiegò all’epoca Albiol: “Quella maglia mimetica abbiamo smesso di metterla dopo che ci portò sfortuna in Champions. Meglio il giallo”. In effetti in quel dicembre 2013 il Napoli fu eliminato, per differenza gol, nonostante 12 punti conquistati nel girone (Con Borussia Dortmund, Arsenal e Marsiglia). Ancora oggi rimane un record (di sfortuna) nel massimo torneo europeo. Ed ecco dunque il giallo. Nel 2014 lo stesso Rafa Benitez, spagnolo ben calato nella realtà napoletana, non si scompose: “La scaramanzia qui è fondamentale. La maglia gialla ha dato buoni risultati e continueremo a portarla finché porterà fortuna”. Qualcuno obiettava che non fosse del tutto vero, ma siccome il presidente Aurelio De Laurentiis è il primo degli scaramantici... E poi anche Lui, Diego, quella maglia l’aveva indossata, ricordate? Contro la Lazio all’Olimpico quando controllò il pallone e segnò senza che la sfera sfiorasse mai il prato, quasi si giocasse senza gravità.

I riti di Aurelio

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Non ha mai nascosto tutte le sue scaramanzie, il presidente del Napoli, al punto di litigare nel 2010 con i suoi amici Della Valle, allora proprietari della Fiorentina, per aver detto pubblicamente che “Il viola porta sfiga”. Alla sua prima stagione col Napoli, nel gennaio 2005, a Padova - contro il Cittadella - esultando per la prima vittoria di Edy Reja sulla panchina azzurra (era stato cacciato Gian Piero Ventura) si presentò ai giornalisti sfoderando dal suo trench un corno d’argento lungo oltre 20 centimetri: “Ecco la nostra mossa vincente”. E a proposito di corni e corna. Nella giornata di domenica sul profilo twitter ufficiale del Napoli, prima e dopo la partita col Crotone, è stata postata una foto con #ecCorne. Prontamente ritwittata dallo scaramantico presidente. Riti che funzionano evidentemente.

E giovedì con la Real?

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Cosa succederà giovedì in Europa League, con il Napoli che si gioca la qualificazione nel neo Stadio Maradona? L’azzurro classico sfoderato in queste sfide europee non si può dire porti male. Però cosa deciderà il presidente? Puntare ancora sulla maglia argentina o non “sfruculiare troppo il pasticciotto” come ama ripetere lo stesso De Laurentiis?

Travolti dalle richeste

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Intanto la Kappa, sponsor tecnico del Napoli, è stata travolta dalle richieste della maglia a strisce bianca e azzurra. Tanto che non riuscirà prima di Natale ad evadere tutte le prenotazioni e si è affrettata a scrivere che entro febbraio tutti avranno la loro casacca ufficiale. Già perché nella capitale del taroccato, anzi “pezzottato” come lo chiamano qui, nemmeno si quota la vendita dei falsi sulle bancarelle.

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