La Lu-La raggiunge e spaventa il Milan. Juve, meglio i giovani

Anche Sarri esalta la “cilindrata” dell’Inter. Il Diavolo deve crescere. Allegri salvato dai ragazzi e deluso dai senatori

Scudetto? No, scherzetto. Una Salernitana orgogliosa e combattiva ha spento le luci della festa in casa del Napoli. Eppure sembrava la cronaca di un trionfo annunciato. Lazio in vantaggio a San Siro nel match delle 12.30. Stadio Maradona brulicante di preoccupazione. Ma chi rimette le cose a posto? Un argentino con il 10, ovvio: Lautaro. Due gol del Toro ribaltano Sarri e al Napoli ora basta la vittoria per far esplodere i fuochi d’artificio. Ma il bravissimo Ochoa, nato in Messico nell’85, un anno prima del Mondiale di Diego, le para tutte. Nella ripresa, però, ecco il gol di Olivera, uno degli azzurri meno iconici, a riprova che questo è lo scudetto di tutti, un’impresa collettiva di uomini, senza divinità superiori, a differenza dei primi due titoli. Sembra fatta, invece Dia, senegalese come Koulibaly, pareggia con un tiro a giro all’Insigne. La beffa affloscia le bandiere, spegne i sorrisi e inceppa il cerimoniale della festa che è solo rimandata: a mercoledì, se la Lazio non batterà il Sassuolo; o a giovedì, se il Napoli farà almeno un punto a Udine, dove Spalletti ha allenato e dove Maradona fece la prova generale della Mano de Dios, segnando di pugno a Brini, sotto gli occhi di Zico (12 maggio 1985). La festa, strameritata, comunque non scapperà. Le bandiere presto riprenderanno vento e i fuochi rimasti spenti ieri, saliranno in cielo.

La vittoria sulla Lazio consente all’Inter di agganciare Milan e Roma al quarto posto e inginocchiarsi ai blocchi di partenza di una spettacolare volata Champions. Come calendario non è quella messa meglio (Roma, Atalanta, Napoli), ma come condizione sì. Condividiamo le parole dei due tecnici. Inzaghi: «Aggressiva e determinata. Una delle mie Inter migliori». Con Lukaku (2 assist) e Brozovic tornati a buoni livelli; Lautaro (2 gol) scatenato; Barella e Dimarco sempre ad alta quota di crociera; alternative preziose, tipo Gosens, autore di un gran gol. Sarri: «L’Inter ha una cilindrata superiore. Dobbiamo crescere per arrivare al loro livello». Un elogio che però suona a condanna del campionato nerazzurro. La squadra di cilindrata superiore sta 4 punti sotto la Lazio. L’Inter di ieri è inconciliabile con i 22 punti dal Napoli. Si spiega solo col fatto che troppo spesso ha mostrato una brutta versione di sé: 11 sconfitte, comprese Spezia, Empoli e Monza. Spalletti invece ha quasi sempre ottenuto il meglio dai suoi e ha perso solo tre scontri diretti: Inter, Lazio, Milan. Ma con tre bersagli a tiro, Inzaghi fa ancora in tempo a seppellire i rimpianti da scudetto sotto uno strato di soddisfazioni perché la sua Inter si presenta alla resa dei conti della stagione nelle condizioni migliori. La prestazione di ieri è stata anche un guanto di sfida lanciato al Milan nell’imminenza del doppio euroderby. Nel sofferto pareggio di sabato, i rossoneri hanno dimostrato una cilindrata nettamente inferiore a quella dei nerazzurri, per freschezza e potenza atletica, alternative di panca e potenziale offensivo. Il Diavolo deve crescere. Quello di Roma non basta per arrivare a Istanbul.

Brodino bolognese per la Signora. Primo punto per la Juve di Allegri dopo tre sconfitte di fila. Una sola vittoria nelle ultime 5 di campionato. Fallito l’assalto al secondo posto. Pareggio ottenuto in rimonta, grazie a un bel gol di Milik che aveva sbagliato un curioso rigore con svolazzo alla Nureyev. La Juve ha costruito di più delle ultime prove sciagurate, anche se non ha mai pareggiato la qualità di palleggio e il coraggio del Bologna. Allegri ha trasmesso la frustata nervosa, che ha portato al pareggio, con l’ingresso di Soulé e Iling Junior. Fuori i deludenti Kostic e Chiesa, uscito col muso. Vlahovic, entrato nel finale, è stato richiamato più volte. Alla vigilia, si era chiamato fuori Di Maria, riserva annunciata. In un periodo così delicato, minato dai patemi giudiziari, pare che le garanzie migliori e la passione arrivino dai giovani, non dai senatori che dovrebbero trascinare. Ma così la squadra non prende forma, stile e continuità. Ogni formazione è un tiro di dadi. Aspettiamo il prossimo.

Precedente Udinese-Napoli potrebbe essere anticipata: il motivo Successivo Napoli e Pescara Femminile, le regular season di futsal sono vostre