La Juventus U23 cambia pelle: diventa Juventus Next Gen, al passo con i tempi

Nell’estate 2018, i bianconeri furono l’unico club italiano che si fece trovare pronto ad allestire la Seconda squadra: il progetto cresce e continua

La Juventus Under 23 cambia ufficialmente, diventa Juventus Next Gen. Non è un semplice cambio di denominazione, dopo quattro anni di storia: con questo renaming la società punta a consolidare il proprio brand sul progetto (l’unico in Italia che consente ai giovani di fare un passaggio intermedio tra settore giovanile e prima squadra) e a proporre un nuovo concetto di gestione dei propri talenti prossimi al salto nel calcio che conta. Si va ben oltre la rosa della Seconda squadra che si presenta per il quinto anno consecutivo ai nastri di partenza del nuovo campionato di Serie C.

under 23

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Lo storico dei primi quattro anni di progetto ha reso fuori luogo il riferimento di Under 23. È vero, per regolamento è possibile inserire nelle distinte ufficiali di gara un massimo di quattro Over, dai 24 anni insù, ma di fatto la Juve ha costruito le ultime rose su una media d’età molto più bassa, intorno ai vent’anni. Non a caso i maggiori protagonisti di questa stagione saranno i classe 2002 e 2003, quest’ultimi appena usciti dal campionato Primavera e alle prese con le prime esperienze tra i pro. Nel nuovo concetto di Juventus Next Gen sono però da considerare parte integrante del gruppo anche Miretti e Soulé, entrambi in pianta stabile nella rosa della prima squadra di Allegri, come i tanti altri giovani (come De Winter e Ranocchia) che sono stati concessi in prestito dopo aver fatto un passaggio di crescita in Seconda squadra. La finalità del percorso comune, in fin dei conti, è la valorizzazione massima dei calciatori formati in casa.

PARTENZA

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L’evoluzione del progetto racconta una crescita continua. Nell’estate 2018, la Juve fu l’unico club italiano che si fece trovare pronto ad allestire la Seconda squadra: chiamando a raccolta diversi giovani che aveva mandato in prestito negli anni precedenti e quattro calciatori Over che si rivelarono in quel momento imprescindibili per affrontare la Serie C. La squadra affidata a Mauro Zironelli riscontrò infatti delle difficoltà di ambientamento nella categoria, tanto da ritrovarsi a un certo punto in fondo alla classifica. Dovette intervenire addirittura il presidente Andrea Agnelli, in visita a Vinovo dopo un allenamento, per trasmettere serenità e rinnovare la fiducia alla squadra e allo staff tecnico, e ribadire la volontà del club di puntare con convinzione sul progetto. La prima stagione si concluse al dodicesimo posto, fuori dai playoff: con 42 punti.

COPPA ITALIA

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Nella primissima Under 23 cominciò a muovere i passi anche un giovanissimo Fagioli, molto più protagonista – come Zanimacchia (oggi alla Cremonese) – nella stagione successiva (2019-2020) con Fabio Pecchia in panchina. L’esperienza del tecnico nelle Seconda squadre straniere tornò utile per comprendere meglio i metodi e la gestione della settimana, totalmente diversa rispetto a una normale squadra di categoria che lavora con un gruppo ben definito: in quella rosa esplose subito Damy Mota Carvalho, che dopo la prima parte di stagione venne ceduto a titolo definitivo al Monza, e fecero l’ultimo step di crescita Frabotta, Vrioni, Dragusin e Delli Carri. Stagione interrotta dal Covid a febbraio, il decimo posto diede comunque l’opportunità di disputare i playoff e il successo al primo turno con il Padova riservò una grande soddisfazione. L’uscita di scena subito dopo con la Carrarese lasciò l’amaro in bocca. Ma si festeggiò per la vittoria nella Coppa Italia di categoria: 2-1 in finale contro la Ternana.

CRESCITA

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La successiva nomina di Andrea Pirlo (promosso subito in prima squadra) portò alla guida Lamberto Zauli dall’estate 2020. Lavoro di continuità e record di punti e piazzamenti migliorati di anno in anno: l’ultimo biennio ha tirato fuori talenti del calibro di Ranocchia (ora in A al Monza), Felix Correia, Wesley, Rafia e ancora De Winter (ora in prestito all’Empoli), Compagnon, Da Graca, Israel (ceduto allo Sporting Lisbona), Sekulov, Riccio, Miretti, Aké e Soulé. Il miglioramento continuo è frutto della programmazione che il club ha continuato a fare andando ben oltre i risultati di campo, partendo dalle categorie d’età precedenti. Il focus del progetto è rimasto sempre fedele alla formazione del calciatore: la nuova Juventus Next Gen di Massimo Brambilla, fresco di nomina, è insomma una macchina ben collaudata che viaggia spedita.

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