La Juve piazza Pjaca? Segna, sta bene, Genoa e Crotone alla finestra

Il croato, dopo molti problemi fisici, è in forma, ha fatto gol al Novara ma sembra destinato ad andare via in prestito per la quarta volta

Toh, chi si rivede. Nella prima uscita della Juventus di Andrea Pirlo è andato a segno anche Marko Pjaca, il croato errante che aveva incantato mezza Europa nel 2016 tra nazionale e Dinamo Zagabria. Quattro stagioni dopo non è ancora riuscito a fare pace con le sue ginocchia e a mantenere le promesse fatte a vent’anni. Le qualità ci sono e ora sembra stare bene ma, purtroppo per lui, queste premesse sono le stesse ormai da anni quando, poi, c’è sempre qualche crac serio a ostacolare la sua serenità. Nel 5-0 ai danni del Novara Marko però ha risposto presente, ritornando a far circolare il suo nome: nella singolare situazione in cui la Juventus cerca un attaccante – e lui lo è – il suo futuro rimane legato alla prossima squadra che scommetterà su di lui, probabilmente in prestito. Il tocco e il talento non svaniscono tutto d’un tratto e un Pjaca con le ginocchia integre può fare comodo a molti allenatori.

SCINTILLE

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Nato a Zagabria e cresciuto nella squadra più celebre della sua città – la Dinamo – Marko ha esordito però da professionista con l’altro club della capitale, la Lokomotiva, dopo che i biancoblù l’avevano liberato a 14 anni. A 17 non compiuti calca per la prima volta i campi del campionato croato e nella seconda stagione da titolare fa ritornare sui suoi passi la sua squadra d’origine che, ammettendo l’errore fatto in passato, lo acquista per un milione di euro e lo riporta a casa. I 7 gol e i 6 assist registrati in campionato a 19 anni gli consentono quindi una seconda chance alla Dinamo, che questa volta lo fa sbocciare e ne incassa i frutti. In due stagioni Pjaca macina così 28 reti e 13 assist, mettendo in mostra anche a livello europeo il suo dribbling e la sua velocità, con 3 centri in Europa League e 6 presenze in Champions. Alla porta della Dinamo cominciano a bussare in tanti, ma è con l’Europeo del 2016 che il valore schizza: nella partita vinta contro la Spagna dimostra di poter competere ad alto livello e le big cominciano a contenderselo. Meno di un mese dopo all’eliminazione ai supplementari della sua Croazia per mano dei futuri campioni europei del Portogallo, la Juventus lo strappa alla concorrenza (Milan su tutti) per 23 milioni di euro, con la Dinamo che festeggia a tasche piene un investimento di due anni prima costato meno di un ventesimo rispetto alla cessione.

A TORINO…

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Nel 2016 di Pjaca si parla benissimo e si sono viste ottime cose, così Massimiliano Allegri lo lancia in prima squadra facendolo adattare lentamente a un calcio diverso. Gioca 20 partite, segna un gol negli ottavi di finale di Champions League contro il Porto e poi il ginocchio destro fa crac: grave infortunio con la nazionale croata e quasi otto mesi di stop. In quei 20 match Marko non ha entusiasmato, ma ha mostrato netti miglioramenti per una crescita normale che ci si aspetta da un 21enne che arriva da un campionato di seconda fascia. La pecca più evidente è la difficoltà a trovare la rete, come spesso succede agli esterni che si perdono in scatti e dribbling, ma mancano di concretezza davanti alla porta.

…E FUORI

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Terminato l’infortunio, a gennaio 2018 la dirigenza bianconera decide di fargli riprendere la forma altrove, ma in un campionato di livello come la Bundesliga. Nei cinque mesi allo Schalke Pjaca non trova molto spazio, ma segna 2 reti nei nemmeno 400 minuti che gli vengono concessi. In estate torna a Torino e riparte subito verso Firenze per un prestito oneroso di un anno. Le aspettative sono alte soprattutto perché nel precampionato sembra che Pioli sia pronto a riservargli un posto da titolare in attacco. Se finalmente esplode, la Fiorentina fa un affare. Niente di tutto ciò: sigla solo una rete in 19 partite e conferma le difficoltà sotto porta, per poi chiudere drammaticamente con la rottura in allenamento del crociato anteriore del ginocchio sinistro. Da marzo in poi rimane ai box. Infine lo scorso anno, in cui Marko inizialmente rimane a Torino in fase di guarigione e riabilitazione. Maurizio Sarri lo fa entrare in campo a sorpresa nel match di Coppa Italia a gennaio al posto di Dybala, come a certificare che si regge sulle sue gambe. L’Anderlecht si convince e accetta di ospitarlo a Bruxelles per gli ultimi mesi di stagione. Gioca 160 minuti in 4 gare e segna un gol, ma il coronavirus fa chiudere i battenti al campionato belga anzitempo e Pjaca torna in Piemonte.

E ORA?

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Come detto, è difficile da immaginare la sua permanenza in bianconero per questa stagione, seppur la dirigenza stia cercando una punta: non è il profilo adatto e non ha raggiunto il livello che la Juventus richiede. L’idea della società sarebbe quella di cederlo in prestito per la quarta volta, magari entro i confini dove sarebbe più visibile e dove si potrebbe procedere con un vero processo di adattamento al calcio italiano, ginocchia permettendo. Al momento sono stati registrati gli interessi del Genoa e del Crotone, con i calabresi che non disdegnerebbero averlo in rosa per una stagione. Nonostante i soli 7 gol negli ultimi 3 anni e mezzo, Pjaca avrà così un’altra chance.

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