La Juventus non ha ancora la facilità di gioco del Milan e dell’Inter, conquista i gol con fatica e non regala quel senso di superiorità delle milanesi, ma è solida, smaniosa di crescere e con enormi potenzialità ancora inespresse che possono, alla lunga, fare la differenza. Contro l’Empoli non si è rivista la squadra effervescente di Udine, ma sono evidenti i progressi rispetto alla scorsa stagione: la Juventus non si abbassa più, non subisce e non soffre, anzi attacca, prova a difendersi un po’ più alta, verticalizza maggiormente.
Insomma, fa tutte le cose giuste, ma non sempre nel modo giusto. L’intesa fra centrocampisti e attaccanti, per esempio, è da sincronizzare, perché gli scatti di Vlahovic e, soprattutto, di Chiesa andrebbero sfruttati meglio, soprattutto nelle partite che si bloccano a centrocampo. Ogni tanto sembra mancare un po’ di qualità, perché andrebbe canalizzata meglio la determinazione agonistica, con la quale la squadra sembra quasi cercare vendetta per quanto capitato negli ultimi dodici mesi.
Chiesa e Vlahovic: i motivi per essere ottimisti
Così come gli stessi Chiesa e, soprattutto, Vlahovic devono sincronizzare meglio i loro movimenti, perché il serbo è spesso nel posto o con la postura sbagliata (e il penalty calciato male non è un peccato veniale). Ma sia l’azzurro che il serbo combattono e dimostrano una vitalità che spazza via la frustrata apatia dell’anno passato e che consente di coltivare un certo ottimismo per la stagione. Il gol segnato da Chiesa, in particolare, è la conferma di una fame quasi rabbiosa, carburante indispensabile per il salto di qualità e per lottare ai vertici.

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Capitan Danilo e Chiesa all’ultimo respiro: gioia Juve a Empoli
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