La Juve delude ancora: Milik illude, poi è sorpasso Benfica

In vantaggio dopo 4 minuti col polacco, i bianconeri sono rimontati da Joao Mario su rigore e affossati da Neres. Dopo un buon inizio, Perin e Bonucci salvano la squadra di Allegri da un passivo più pesante

Il terzo gol in sei presenze di Milik – il primo in Champions – non basta, se la Juve non gioca da Juve. È questa la lezione che (anche) il Benfica impartisce alla Juve all’Allianz Stadium, punendola con un 2-1 che complica non poco il percorso bianconero in Europa e che decreta un primato negativo: mai nella sua storia la Juve aveva perso due volte nelle prime due gare della fase a gironi di Champions. Anche contro i portoghesi la Juve gioca nei primi 20 minuti del match, poi perde fiducia e terreno, e consente al Benfica non solo la rimonta, ma anche il sorpasso. Il primo gol è dell’ex interista Joao Mario su rigore, il sanguinoso raddoppio porta la firma di Neres. La Juve, dopo il k.o. col Psg con identico risultato della settimana scorsa, incappa così nella seconda sconfitta consecutiva in Champions. Il Benfica centra invece la sua dodicesima vittoria di fila.

Milik, solito gol-lampo

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La Juve, con il rientrante Di Maria inizialmente in panchina, riversa in campo la “rabbia positiva”, per dirla alla Nedved, accumulata nel finale (e seguenti) con la Salernitana, e per 20 minuti gioca da Juve, non solo rendendo innocuo il Benfica, ma mostrando anche una grande personalità, un gioco dominante e un’ottima tenuta di campo. Pressing alto, aggressività, gioco fluido con e senza palla gli ingredienti di un inizio decisamente positivo e condito dal gol siglato da Milik dopo 4 minuti. Il compagno di reparto di Vlahovic, in un 3-5-2 che vede Miretti e McKennie intorno a Paredes e la coppia Cuadrado-Kostic sulle fasce, è perfetto per inserimento e scelta di tempo su una punizione di Paredes: il suo colpo di testa non lascia scampo a Vlachodimos. La Juve, orfana di Alex Sandro oltre che di Rabiot, Locatelli, Szczesny e Pogba, non si ferma e continua a macinare gioco arrembante ed avvolgente sulle fasce. Tanto che Kostic e ancora Milik sfiorano il raddoppio.

Dal vantaggio al blackout

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Poi però la luce si spegne, e dal 20’ la Juve allenta la presa e rallenta il ritmo, arretrando di parecchio il suo baricentro. Il Benfica non chiede di meglio e cresce in presenza e confidenza: Ramos di testa prima manda alto, poi colpisce troppo centralmente con Perin che blocca, quindi Rafa Silva colpisce in pieno il palo al 39’ col portiere juventino immobile, quindi un minuto dopo un pestone di Miretti sul solito Ramos viene confermato dal Var e punito col calcio di rigore e il giallo al centrocampista. Al 43’ Joao Mario realizza l’1-1 dal dischetto, esultando in maniera provocatoria. Perin reagisce e viene ammonito, al pari dell’attaccante.

Raddoppio Benfica

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Nella ripresa le squadre ripartono con gli stessi effettivi, ed il solito Milik che prova a sfruttare l’effetto sorpresa, dopo 6 minuti: Vlachodimos devia in angolo la sua gran botta da fuori. Ci riesce invece il Benfica, al 55’: Perin salva miracolosamente su Rafa Silva, nulla può sulla conclusione di Neres, al quarto gol stagionale. Allegri corre ai ripari: dentro Di Maria e De Sciglio, al posto di Miretti e Cuadrado. Bonucci per due volte salva il risultato, chiudendo su Bah e Neres, Perin si oppone nell’ordine a un destro di Rafa Silva e a quello di Neres. La Juve è in balia dell’avversario. Al 70’ Fagioli e Kean sostituiscono Milik e Kostic, con l’attaccante che pronti via colpisce la base del palo. Ma è un fuoco di paglia: il tridente bianconero non riesce a pungere, mentre la difesa, ora a quattro, continua a soffrire le offensive portoghesi. Totale: il Benfica gioca in controllo, Bremer a tre minuti dalla fine spreca l’occasione della vita su lancio di Di Maria e per la Juve, bersagliata dai fischi dell’Allianz Stadium, ora si fa davvero dura.

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