La giornata-si dei viola

Con un po’ di attenzione e cogliendo le indicazioni della sua ultima vittoria, la Fiorentina ha davvero la possibilità di trasformare la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia nel suo rilancio. Si erano già visti all’Olimpico i primi segnali di miglioramento. Anche contro la Lazio la squadra di Italiano aveva mostrato una chiara identità, era stata compatta e si era organizzata bene sia con la palla che senza. Stavolta, contro il Torino, forse è stata meno brillante ma ha vinto esprimendosi ancora come collettivo. E in questo successo le indicazioni sono incoraggianti. Per esempio, ha segnato Luka Jovic col suo primo e unico tiro in porta, colpo di testa su cross di Terzic. Jovic è rimasto in campo 75 minuti, è stato coinvolto nel gioco 45 volte, molto spesso il suo diretto marcatore Buongiorno l’ha messo a tacere, anticipandolo sia con palla a terra che nel gioco aereo, ma tutte le volte che rientrava a metà campo per ricucire la manovra raramente il serbo sbagliava. L’obiettivo è metterlo nelle condizioni migliori per colpire pure in area avversaria. Anche ieri c’è stato poco lì dentro, ma quando gli è arrivato l’unico pallone decente l’ha messo in rete. E poco prima era stato lui, con un assist preciso, a creare la palla-gol sciupata da Kouame .

La scelta di Italiano

E’ la seconda gara di fila da titolare, forse Italiano si è convinto a puntare sull’ex madridista che fa ancora in tempo a tornare l’attaccante di cui ha bisogno la Fiorentina nella seconda parte di stagione, così piena di impegni di livello soprattutto nelle due coppe. Ha segnato anche Ikoné, di solito nemico di se stesso quando c’è trovare la porta avversaria. Ha segnato dopo una lotta corpo a… corpi vinta da Cabral contro Buongiorno e Rodriguez. E’ un’altra felice indicazione sulla possibilità di rilancio dei viola. Ma ancora di più lo è il recupero immediato di Amrabat. La Fiorentina stavolta ha gestito bene una situazione difficile. Bene in tutt’e tre i momenti della vicenda, quando ha rifiutato l’offerta del Barcellona (40 milioni sì, ma non all’ultimo giorno di mercato e non con il diritto di riscatto come volevano i catalani, semmai con l’obbligo), quando alla vigilia ha messo fuori Amrabat dalla lista dei convocati per la gara col Torino perché non era sereno e anche quando lo ha… riammesso, facendolo partire dalla panchina, il giorno della gara, perché questa storia potesse chiudersi prima possibile, senza troppi strascichi, nonostante l’occhieggiante messaggio-social di Amrabat e i fischi del Franchi quando il marocchino ha rimesso piede in campo. Restano tuttavia dei punti da chiarire soprattutto nel gioco, a cominciare dal coinvolgimento nella manovra di Gonzalez.

Il finale da rivedere

La Fiorentina pendeva a sinistra dove cercava Kouam e e teneva ai margini l’argentino. Forse è stato un caso, ma per migliorare la squadra deve cambiare la sua geografia, deve cercare con maggiore frequenza Gonzalez, il giocatore che con la sua tecnica pungente può dare qualcosa in più nella parte finale dell’azione. Ma soprattutto questa squadra ha bisogno di capire che in certi momenti non è il caso di esagerare. Sul 2-0, con la qualificazione in tasca a tre minuti dalla fine del recupero, benedetti difensori perché andate a cercare gloria e chissà cosa a 30 metri dalla vostra area di rigore? Qual è la necessità, qual è lo scopo? Calcio moderno? Guardate come siamo bravi? Sciocchezze. Karamoh ha segnato il 2-1 sfruttando una prateria, ovvero tutta la metà campo viola che Terracciano ha cercato di riempire con un’uscita disperata. Se poco dopo Sanabria (lo marcava Gonzalez in area…) avesse segnato il gol del 2-2 sarebbe scoppiato l’inferno. Meditate difensori, meditate.

Fiorentina, Amrabat fuori dai convocati e tentato dal Barça

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Fiorentina, Amrabat fuori dai convocati e tentato dal Barça

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