La Fiorentina tra le grandi: i numeri da record degli ultimi due mesi

Ci sono un giorno, una partita, un minuto e un nome a fissare il momento esatto della grande svolta viola. Il giorno è domenica 19 febbraio, il giovedì precedente la Fiorentina ha stravinto a Braga (4-0), ma nel turno di campionato ha perso a Torino contro la Juve (1-0). La partita è Fiorentina-Empoli. Il minuto è il 46′ del primo tempo, quando Ciccio Caputo segna il 2-0 per l’Empoli. Il nome è quello dell’arbitro Francesco Fourneau che davanti al monitor, nella zona Var, pizzica il fuorigioco del centravanti empolese e trasmette gli atti al collega bolognese Prontera che annulla il gol. Questione di centimetri. Nel secondo tempo la Fiorentina pareggerà con Cabral a 5 minuti dalla fine e da quel giorno, da quel momento, la storia della stagione viola sarà letteralmente ribaltata. Sono passati quasi due mesi, la squadra di Italiano ha giocato 12 partite ufficiali, ne ha vinte 10 e pareggiate due. Nel frattempo prosegue anche la serie d’oro in Conference League. Sono 9 vittorie di fila. Siamo di fronte a un cambiamento difficile da immaginare o anche solo da sognare. E’ un’altra Fiorentina che ha iniziato un’altra storia. Le difficoltà sono scomparse, l’attenzione è aumentata, i risultati sono arrivati, il gioco pure. Cerchiamo di capire cosa è successo.

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Allegria ed entusiasmo: invoglia a vedere calcio

Chi va al Franchi o si mette davanti alla tv per vedere le partite della Fiorentina oggi lo fa con piacere. Sai che la squadra di Italiano non ti deluderà, si metterà a giocare , attaccherà, magari prenderà dei gol evitabili (come quello di Nzola) con una difesa più accorta, ma trasmetterà a tutti un senso di sicurezza e di autorevolezza. Oggi la Fiorentina diffonde allegria. Non è più un a squadra grigia , ora invoglia la gente a seguirla. Nell’ultimo periodo (non a Poznan, perché non ce n’era bisogno), Italiano ha fatto avanzare uno dei due difensori centrali (spesso Martinez Quarta) al fianco di Amrabat e Mandragora per alzare la pressione già a metà campo, così da recuperare la palla prima possibile e in una zona avanzata. Idea che ha dato risultati positivi, nonostante il gol preso con lo Spezia quando Igor ha perso il duello uno contro uno con Nzola. Ma non c’è solo quella mossa, emerge la capacità di variare gli schemi d’attacco, ti può colpire con le sovrapposizioni dei terzini, con i movimenti ad accentrarsi delle ali, con gli inserimenti delle mezze punte. E’ una squadra difficile da prevedere per gli avversari.

Affronta di petto le gare: ha la testa di una vera big

Fischio d’inizio, subito davanti, nella metà campo degli altri. Senza perdere tempo, con un atteggiamento aggressivo, così da chiarire le proprie intenzioni agli avversari. Non entra in partita, ma irrompe in partita. La Fiorentina non è il Real Madrid, non è il Manchester City, non raggiunge quel livello tecnico, però la testa è quella. La squadra di Italiano gioca pensando in grande, facendo pochi calcoli e attaccando appena ne ha la possibilità. Anzi, cercando subito quella possibilità. Ha un marchio molto europeo, non indugia nel pensiero, parte subito in attacco, seguendo le proprie linee di gioco e sempre con lo spirito giusto. Ancora più del gioco colpisce il fatto che questa squadra sia guidata da un allenatore al terzo anno di A e alla prima coppa internazionale. Italiano ha sbagliato a inizio stagione, ma ha imparato in fretta. Ovvio, la Conference non è la Champions, ma l’anno scorso a Tirana la Roma ha portato circa 10.000 tifosi e l’ha vinta realizzando un’impresa. La Fiorentina vuole la stessa impresa.

Una preparazione top per poter volare adesso

Jovic, Milenkovic e Amrabat, erano i tre viola in Qatar. I primi due sono tornati presto, Amrabat invece se l’è fatto tutto e da protagonista col suo Marocco. Il resto della squadra, praticamente al completo, durante il Mondiale è rimasto a Firenze per allenarsi con Italiano e lo staff. Quando la stagione è ripartita, il 4 gennaio, la Fiorentina era spenta, ha pareggiato in casa col Monza e sul suo campo ha perso con Torino e Bologna. Non mancavano solo i gol, mancava soprattutto la brillantezza. Il motivo era semplice, anche se allora non era facile capirlo (almeno per noi…): la preparazione invernale era stata impostata sul periodo successivo, quando sarebbe iniziato il ciclo di ferro da metà febbraio in avanti. La Fiorentina ha testa libera e gambe piene di energia. A Poznan mai una volta i viola sono arrivati sulla palla dopo i polacchi. Tutta la squadra, non solo un gruppetto di giocatori, è sullo stesso livello fisico e atletico. Un livello alto. 

Non solo Dodo e Cabral: sono cresciuti tutti

Dopo Poznan, sui giornali sono volati voti altissimi, ma giusti. Nella fantastica trasformazione dei viola ci sono dei giocatori che oggi sembrano lontani e felici parenti di quelli che a gennaio erano fantasmi. Due nomi su tutti: Dodo e Cabral. Del terzino brasiliano eravamo davvero sorpresi in senso negativo, nello Shakhtar aveva fatto delle stagioni eccellenti, nella Fiorentina stava soffrendo, non era più lui e i rimpianti per Odriozola, il suo predecessore di fascia destra, erano sempre più evidenti. Ora Dodo è di nuovo quel giocatore, attacca e difende con forza e tecnica, a Poznan è stato un continuo sovrapporsi a Gonzalez. Lo stesso si può dire di Cabral che fino a un paio di mesi fa sembrava (era) un corpo estraneo alla squadra. Nessuno sapeva come servirlo per metterlo nelle condizioni migliori. Adesso Cabral trova da solo la posizione ideale per lasciare il segno. Sono cresciuti tutti, da Gonzalez a Brekalo (che aveva bisogno di tempo), da Biraghi a Martinez Quarta, da Mandragora a Castrovilli. Un solo giocatore non è cresciuto, ma non ne aveva bisogno. Era già al top: Amrabat.

Prima in classifica in A nelle ultime 6 giornate

Alla 23ª giornata, dopo il derby con l’Empoli, la Fiorentina era al 14° posto in classifica, 25 punti in 23 partite, 11 in meno rispetto al campionato precedente. Doveva giocare lo spareggio col Braga per entrare negli ottavi della Conference League e la semifinale con la Cremonese per arrivare alla finale di Coppa Italia. Oggi la Fiorentina è al 9° posto, con 41 punti, sempre qualcosa in meno del campionato scorso (5 punti), è a un passo dalla semifinale di Conference e a un passo dalla finale di Coppa Italia. Nella classifica parziale delle ultime 6 giornate della Serie A è prima in classifica insieme alla Lazio con 16 punti, il Napoli e la Juventus terze con 12, il Bologna quinto con 11. Milan, Atalanta e Inter fuori dalla zona-Champions. In Coppa i numeri sono ancora più incredibili. La Fiorentina ha il miglior attacco del torneo con 30 gol segnati in 11 partite, dal girone iniziale all’andata dei quarti con il Lech, Cabral è il capocannoniere assoluto delle due edizioni di questo torneo con 20 reti totali, ma se ci limitiamo all’edizione attuale i capocannonieri sono due, con 6 gol ciascuno: lui e Jovic. 

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