La “cocumella” di Suarez. Esame farsa: l’italiano non lo sa, ma un po’ di napoletano a caso sì

La “cocumella” di Suarez non è una finta che ubriaca, non una palombella irridente, e nemmeno il colpo segreto del campione. 

Siamo sempre dalle parti di un esame molto addomesticato in quel di Perugia. L’esame di lingua italiana imposto da Salvini agli extracomunitari che aspirano a diventare cittadini italiani. Campioni della pedata compresi.

Cocumella Suarez: teatro dell’assurdo all’esame di italiano

Ebbene, l’esame si è rivelato per quel che era, una farsa. Ma con spunti linguistici degni di nota, come appunto la “cocumella “di Suarez.

Gli esaminatori dell’Università per stranieri – molto ben disposti, al punto di avergli anticipato le domande – gli avevano mostrato una immagine da descrivere, appunto in italiano.

“Bambino porta cocumella”, risponde Luis Suarez: la sua versione di “cocomero”, sembra. L’atmosfera è rilassata, i prof scoppiano a ridere. “Cocomeri”, dicono, l’altro risponde “peperoni”. 

Puro teatro dell’assurdo se non fosse il contenuto testuale dell’esame. Esperimenti di libera associazione mentale, se non fosse che pur sempre di un atto pubblico si tratta. 

Ma dove l’ha pescato Suarez quel napoletanissimo cocumella? Difficile infatti abbia voluto riferirsi al lemma toscano che indica i tumuli delle tombe etrusche.

Più facile l’ispirazione diretta della meravigliosa lingua di Totò: starebbe per “caffettiera”, in realtà. Ma non sottilizziamo in pedanterie. 

Tuttavia, andato in fumo il trasferimento alla Juventus e accasatosi all’Atletico Madrid, Suarez ne ha ammesse – presumiamo in spagnolo, stavolta – di cose davanti ai magistrati.

Sessione d’esame istituita ad personam; le ammissioni di Suarez

Ha confermato di essere stato a conoscenza dei contenuti della prova d’esame prima di sostenerla, il 17 settembre in una sessione istituita “ad personam”.

E per questo sono finiti nei guai, tra gli altri, l’ex rettrice Giuliana Grego Bolli e il direttore generale Simone Olivieri. Il manager dell’attaccante, a sua volta sentito come persona informata dei fatti dai magistrati perugini, non ha smentito un accordo preliminare concluso tra il 28 e il 29 agosto tra il suo assistito e la Juventus.

Accordo saltato poi poche ore prima dell’esame, quando il ds della Juve Paratici  lo ha informato del cambio di rotta.

Dalla società bianconera è stato comunque fatto capire che il mancato passaggio di Suarez alla Juventus fu dovuto alla mancanza dei tempi necessari per l’iscrizione nelle liste per la Champions League.

Eppure per gli inquirenti la sessione venne istituita “ad personam” per consentire a Suarez di ottenere “nei tempi richiesti dalla Juventus” l’attestato di conoscenza dell’italiano di livello B1n, necessario per avere la cittadinanza italiana. 

Un pasticcio, una farsa organizzata, un esame accomodato. Una cocumella, insomma. Tanto, in italiano come sui regolamenti, vale tutto. (fonte Ansa)

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