La chitarra di Lalas, i concerti di Osvaldo, il rap di Gollini. Quanti calciatori dall’ugola d’oro (o quasi)

Leao, in uscita con un album, non è il primo calciatore a essere conquistato dalla musica. Ecco una carrellata di virtuosi del football e della canzone

Francesco Pietrella

22 gennaio – Milano

Musica e pallone, un binomio che piace e fa divertire. L’ultimo della lista è Rafael Leao, che a fine gennaio esordirà come rapper. La storia del calcio è piena di calciatori-cantanti, soprattutto Dj (Mendieta, Cissè, Nigmatullin). Tra flop e successi, ecco i casi più famosi.

RUSLAN NIGMATULLIN

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Alzi la mano chi se lo ricorda. Forse a Verona, magari a Salerno, di sicuro qualche bianconero attento alla storia. Perché Ruslan è stato uno dei pochissimi a dire no alla Juve. Estate 2001, Ancelotti cerca un vice Van der Saar e punta Nigmatullin. “L’erede di Jasin”. Sembra una favola, sarà un gran rifiuto, perché Ruslan vuole fare titolare e dice no ai bianconeri, salvo poi firmare col Verona in Serie A. Giocherà poco, poi sfiora la Lazio di Cragnotti e resta deluso pure lì, perché uno dei motivi del suo fallimento “sarà un losco giro di agenti”. Dopo aver smesso nel 2009 si è dato alla musica, riprendendo una vecchia passione coltivata fin da ragazzino, quando faceva scuola di chitarra. Lo chiamano “DJ Ruslan” e vive di concerti: “Sono già stato in 350 diverse città, da Vladivostok a New York”. Anche se ogni tanto pensa ancora all’Italia: “Spesso sogno il mio arrivo in Serie A per dimostrare le mie capacità. Poi mi ricordo che ormai ho un’età e sorrido”.

PIERLUIGI GOLLINI

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“Rapper coi guanti” è un mood permanente, perché la passione è diventata un singolo d’autore. Nel 2018, da numero uno dell’Atalanta, Gollini ha pubblicato la prima canzone da rapper. “Pier” – in arte “Gollorius” – ha raccontato i suoi inizi nel campetto con frasi tipo “Saluto il quartiere che oggi mi vede in tele”, oppure “mi alleno di notte e di giorno, mi vedi nei posti di lusso ma resto uno di Poggio”. Rime di vita, passione… infinita nata durante il periodo a Manchester: “Da ragazzino ascoltavo Mondo Marcio, Fabri Fibra e Gué Pequeno, musicalmente parlando andare in Inghilterra è stato fantastico”.

CISSÈ&MENDIETA

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Due cose in comune: la Lazio e la musica. Entrambi hanno giocato lì senza graffiare, poi hanno intrapreso lo stesso percorso da Dj. Cissè giocava da punta, si è rotto due volte il perone ma non ha mai mollato. Dopo il calcio ha scelto la musica e oggi gira il mondo, dalla Francia al Libano. Lo chiamano “Mr Lenoir”, nel suo c.v. anche un dj set a Parigi nel tour di Mariah Carey. Nel mezzo sfilate di moda per JP Gautier e un cameo nel film Taxxi 4. E la Lazio? Cinque gol in 6 mesi nel 2011-12: “Non giocavo nel mio ruolo”. Mendieta, invece, è noto a tutti come il dj da 90 miliardi, arrivato in Italia per una cifra record e filato via dopo un solo anno. “Non mi hanno dato il tempo di ambientarmi”. A Valencia suonava mascherato, adesso lo fa di professione: fa base in Inghilterra e gira l’Europa.

LUCAS CASTRO

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A lezioni di chitarra dal “Pata” Castro. Oggi se n’è andato a giocare in Turchia col Karagümrük, di sicuro si è portato dietro il suo strumento preferito. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo singolo, il Sole d’Estate, mentre l’anno scorso è arrivato il primo album: “Qué voy a hacer?”. Pallone, spiaggia e chitarra. Nient’altro per essere felice. Dodici brani che omaggiano l’Italia e le piazze in cui ha giocato, da Catania a Cagliari, dal Chievo alla Spal. “Quand’ero in Sicilia insieme a Gomez, Spolli e Izco avevamo messo su un mini complesso”. Appena ha tempo prende la chitarra e suona, anche se non lascerebbe mai il calcio per la musica.

PABLO OSVALDO

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Di lui si è scritto tanto. Polemiche, litigi, scazzottate, frasi a effetto, frasi sbagliate. Il bello è che aveva talento, ha segnato gol in rovesciata e altri dopo assoli, ma nel 2016 decide di lasciare il calcio per darsi alla musica. “Basta, non ne ho più”. Fonda il Barrio Viejo e scrive “Liberación”, arrivando a suonare perfino in quella Roma in cui aveva giocato, segnato e infine illuso (28 gol in due anni). “Il calcio non era più il mio mondo, stavo cominciando a odiarlo”. Nel 2019 è arrivato terzo a “Ballando con le stelle”, poi è tornato sui suoi passi. Tre partite e zero gol al Banfield l’anno scorso. Chissà se suonerà ancora.

DEPAY E QUINCY PROMES

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Sulla schiena si è tatuato un po’ della sua storia, compreso un leone enorme che prende tutto il corpo. Estro e personalità, Depay è così. In campo segna e fa divertire, la musica è un’estensione di se stesso. Nel 2017 – insieme all’amico Quincy Promes, esterno dell’Ajax – ha pubblicato su YouTube il primo singolo chiamato “LA Vibes”. L’anno successivo ha lanciato “No love”, dove Memphis canta in tre lingue: 13 milioni di visualizzazioni su YouTube e buoni consensi da parte della critica. Non si è più fermato: l’ultima opera si chiama “2 Corinthians 5:7”.

LUKAS PODOLSKI

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Così legato a Colonia da scriverci un pezzo. “Liebe deine Stadt” – “Ama la tua città” – ha spopolato nel 2016. Il più scaricato su iTunes. Il ricavato è andato tutto in beneficenza alla sua fondazione. Nel frattempo, oltre a giocare in Turchia con l’Antalyaspor, ha un negozio di kebab e una gelateria a Colonia. Ha partecipato alla versione tedesca di “Chi vuol essere milionario?” e si è dato all’hockey. Per lui anche un passato all’Inter nel 2015, dove però non ha cantato mai.

DA BILIC A CHINAGLIA

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La lista si allunga. L’ex allenatore della Croazia Slaven Bilic, oggi in Cina al Beijing Guoan, ha suonato per diverso tempo con i “Rawbau”, una band amatoriale tira su per pura passione. Paul Gascoigne invece, fantasista geniale e sregolato, ha avuto meno successo: il suo “Fog on the Tyne” con i Lindsifarne è stata definita una “delle canzoni peggiori inglesi di tutti i tempi”. L’ex Padova Alexis Lalas, il primo statunitense a giocare in Serie A, si esibisce da anni con i “Ginger”, con cui ha partecipato anche a un tour europeo. Anche Paolo Rossi amava la musica: nel 1980 pubblicò il brano “Domenica alle tre”, centrato sul rapporto tra giocatori e mogli. Mentre Giorgio Chinaglia, campione d’Italia con la Lazio nel ’74, pubblicò “I’m Football Crazy”. Sintesi perfetta della sua indole.

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