La carica dei 37mila (spettatori). Squadra-tifosi, che feeling! Nel nome di Diego

Tanta gente allo stadio non si vedeva da Napoli-Barcellona di Champions, febbraio 2020. Spalletti è riuscito a scalfire uno scetticismo di anni e anni

Maurizio Nicita @manici50

29 novembre – Milano

Certe notti devi esserci per sentire addosso non tanto la pioggia che scorre a fiumi, ma le sensazioni forti di emozioni irripetibili, che a volte però si ripetono. Sembra incredibile ma invocare Diego Armando Maradona ha riunito Napoli, mettendo ogni tassello al proprio posto. L’amore dei tifosi per la propria maglia, una squadra che gioca per la propria gente, la voglia di divertirsi ed andare allo stadio per vivere qualcosa di unico, di non replicabile davanti a un tv.

I meriti di Spalletti

—  

Dal primo giorno in cui ha messo piede a Napoli, Luciano Spalletti ha sempre sottolineato l’importanza di ricreare il feeling fra città e squadra. Dalla scelta delle maglie di allenamento con una scritta particolare – “Sarò con te… e tu non devi mollare” mutuato da un coro dei tifosi – all’attenzione per la città. Un percorso non semplicissimo. Perché le delusioni delle ultime annate – a parte una Coppa Italia con Gattuso l’anno scorso, il Napoli non vince un trofeo da sette anni – hanno creato un certo scetticismo dell’ambiente. Nonostante l’ottima partenza e le otto vittorie consecutive in campionato gli spalti del Maradona spesso hanno riservato troppi spazi vuoti, al di là delle restrizioni per la pandemia.

La scintilla Diego

—  

Poi ecco scattare qualcosa e rendere magico questo 28 novembre che sarà ricordato a lungo. Perché chi ama non dimentica e se c’è da ricordare Lui, Diego, la gente accorre. Trentasettemila i paganti, presenze che non si vedevano da Napoli-Barcellona di Champions, febbraio 2020. Tanta gente che dopo aver inneggiato al proprio idolo assoluto, ha “scoperto” in campo una squadra che al di là della maglia con il viso di Lui, mostrava uno spirito alla Maradona: capace di coniugare carica agonistica e grandi colpi di classe. Dopo 10’, numero magico, due gol e feeling ritrovato fra squadra e gente. Al punto che Spalletti ha dichiarato felice a fine gara: “Stasera finalmente ho avuto la sensazione di giocare in casa. Perché finora non era successo. Invece stavolta abbiamo avvertito la spinta dei tifosi e i ragazzi in campo hanno dato ancora di più”. Dopo la trasferta di mercoledì in Emilia col Sassuolo, sabato la controprova con l’Atalanta. Sfida importante per la capolista. Una verifica per il feeling città-squadra: ché se comincia a funzionare uno scudetto senza Lui non sarà più eresia, ma benedizione dal cielo.

Precedente Allegri: "Alla Juve non esistono stagioni di transizione" Successivo Valentina Vezzali: "Basta donne ai margini dello show"