La bellezza del “tiro a giro” sta nel trasgredire anche Euclide e Cartesio

La distanza più breve tra due punti resta una linea retta, ma con le loro parabole Del Piero, Grosso e Insigne ci hanno fatto sognare

La bellezza sta nella trasgressione. Il “tiro a giro” è un esempio di come la fantasia possa superare le secolari regole della geometria senza perdere l’efficacia del risultato. Prima Euclide e poi Cartesio stabilirono che la distanza più breve tra due punti era una linea retta. Cioè, per trasmigrare il concetto in un campo di calcio, un tiro secco (magari potente) che fendesse l’aria e rendesse vano l’intervento del portiere o dei difensori. Il “tiro a giro”, pur non contraddicendo la teoria (ché sarebbe impossibile), suggerisce che si può raggiungere lo scopo anche prendendo un’altra strada: non la più breve, d’accordo, ma di certo la più spettacolare.

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