Dopo l’esperienza al Venezia, la grande occasione da commissario tecnico. Con una nazionale che deve necessariamente ripartire per lasciarsi alle spalle il Mondiale
Ripartenza. Alla fine di un’estate riempita dalla delusione Mondiale, condita da ripetuti e batti e ribatti polemici, la Nazionale femminile ricomincia da Andrea Soncin, il nuovo commissario tecnico che prende il posto di Milena Bertolini. “L’obiettivo è una squadra che abbia coraggio”, le prime parole del nuovo allenatore azzurro. “Sara Gama? Per lei vale quello che vale per tutte le altre. Mettiamo da parte tutto ciò che c’è stato prima, non posso esserne condizionato”, dice Soncin riferendosi all’esclusione più discussa della recente spedizione al Mondiale. C’è da riannodare un filo che si era spezzato dopo le grandi speranze prodotte dal Mondiale 2019. Gabriele Gravina lo sottolinea con la necessità di superare quella che definisce “assuefazione”. Il presidente federale promette: “Crediamo nel calcio femminile, nella sua importanza culturale e sociale, non solo sportiva. La FIGC rivolge all’attività femminile il massimo dell’attenzione. Ho letto e ascoltato commenti ingenerosi basati sulla non conoscenza dei fatti. Vogliamo investire, raddoppiare l’impegno, consapevoli che si tratta di un progetto pluriennale”.
INIZIO DURO
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Viviana Schiavi, ex azzurra, un lungo curriculum nel calcio femminile, sarà la vice di Soncin. L’inizio dell’avventura fa tremare i polsi: il 22 settembre la Svizzera in trasferta, quattro giorni dopo la sfida a Castel di Sangro alla Svezia numero 1 del ranking mondiale. Poi il 27 ottobre ci sarà il confronto con la Spagna campione del mondo, il tutto nell’ambito della Nations League. Gravina risponde anche a chi ha visto un passo indietro nella scelta di un uomo alla guida della Nazionale femminile: “Il calcio è uno, mi sembra anacronistico parlare di allenatori uomini e allenatori donne. Noi vogliamo fare calcio e non mi sembra che quando parliamo di Spagna, Francia e Svezia, vere e proprie corazzate, si parli di patriarcato perché i tecnici sono uomini”.