Kvara e Osimhen schiantano la Juve. Il Napoli vola a +10 e spacca il campionato

Il georgiano (un gol e due propiziati) e il nigeriano (doppietta) decidono la partita. La Signora resta in gioco fino al 3-1 di Rrahmani, poi sparisce

dal nostro inviato Massimo Cecchini

13 gennaio – NAPOLI

Toscani di terra e di mare. Luciano Spalletti è in comoda tuta casual, Massimiliano Allegri in elegante cappotto scuro. Sembrano lo yin e lo yang del calcio, gli opposti complementari. Lo si vede anche nel calcio che, di base, propongono e che alla fine premia uno straripante Napoli, adesso signore del campionato con 10 punti di vantaggio. Il 5-1 finale, santificato da una doppietta di Osimhen e dalle reti di Kvaratskhelia, Rrahmani e Elmas, a cui risponde solo Di Maria, racconta di un dominio palese e materializzato, che lancia in orbita i partenopei e ridimensiona ancora una volta una Juventus che pareva guarita. Pensavano fosse amore, invece era un calesse, avrebbe detto Massimo Troisi, ma forse questo Napoli, adesso, è troppo per tutti.

GOL E TALENTO

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Surfando sull’onda di un Maradona in formato bolgia, la squadra di casa parte forte, accentuando la trazione sul lato destro, dove Politano punge, cercando di sfruttare la grande attenzione di Danilo, Bremer e Alex Sandro su Osimhen, il capocannoniere del campionato. Sull’altro lato Kvaratskhelia sembra ancora nella versione dimessa post-natalizia, ma sarà solo una impressione. Per il resto, affidate le chiavi del gioco a Lobotka, si capisce che quando quest’ultimo viene schermato da Milik, tocca a Zielinski abbassarsi per costruire, mentre Anguissa cerca l’Interno del campo. Tutto molto bello, così come meno spettacolare ma lineare pare il piano partita dei bianconeri. I tre difensori coprono le spalle a una mediana in cui Locatelli cerca di dirigere, cercando più l’appoggio di Rabiot che di McKennie, mentre Chiesa e Kostic hanno il compito di allargare il gioco sulle fasce, creando corridoi per il lavoro di Di Maria, pronto ad agire alle spalle di Milik, alle prese con Kim e l’ansiogeno Rrahmani. Dopo una decina di minuti di studio, il match prende vento. È Osimhen a scaldare il guanti di Szczesny, ma tutto questo è solo l’antipasto dello sblocco. Un minuto più tardi il cross di Politano per Kvaratskhelia è sporcato da Locatelli, la spettacolare semirovesciata del georgiano costringe il portiere juventino alla gran deviazione che sarebbe decisiva se non irrompesse Osimhen per portare il Napoli in vantaggio. È il delirio del Maradona. La Juve sbanda, perché negli spazi che inevitabilmente la squadra di Allegri è costretta a lasciare i velocisti azzurri vanno a nozze. Se al 22’ Rrahmani non sbagliasse un appoggio liberando Di Maria, il cui tiro dal limite scheggia la traversa, la partita si direbbe solo azzurra. Ma è una illusione. i bianconeri lievitano, facendo viaggiare la palla più velocemente, così – dopo che un tiro di Kvaratskhelia finisce alto di parecchio – al 26’ un cross di Kostic trova Milik, il cui colpo di testa impegna Meret mentre sempre di testa, al 31’, Bremer, su angolo, conclude alto. Il Napoli pare in lieve difficoltà, ma nelle praterie la palla a Osimhen arriva con più facilità e così il nigeriano, attirando un raddoppio di Danilo su di lui e favorito da un pessimo intervento di Bremer, libera Kvaratskhelia, il cui piazzato vale il 2-0. Sembrerebbe il colpo del k.o. se i bianconeri non reagissero subito, così sl 42’ è Di Maria ad accorciare le distanze, scambiando prima con Locatelli e poi con Milik prima di fulminare Meret. Il Napoli accusa il colpo, tant’è vero che un cross tagliato di Chiesa, deviato maldestramente da Rrahmani costringe lo stesso Meret a un grande intervento per evitare l’autogol.

SUPER OSIMHEN

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Nella ripresa Spalletti sostituisce l’acciaccato Politano con Elmas, ma il piano di gioco non cambia. La Juve prova a sfruttare le palle inattive con Di Maria, il cui angolo diretto, al 7’, fa venire i brividi. Nelle praterie, però, a fare paura è Osimhen, che al 9’ si libera di un incerto Alex Sandro e da posizione defilata impegna Szczesny. Proprio dal corner che ne nasce il match ha un’altra svolta, visto che, sulla ribattuta della difesa, una saetta di Rramhani inchioda i bianconeri a subire il tris. Il difensore albanese naturalizzato dal Kosovo, così, diventa il 17° marcatore diverso stagionale per i partenopei. Allegri non perde tempo e lancia subito Paredes e Kean per Locatelli e Milik. La Juve però sbanda, così Osimhen approfitta di un errore in disimpegno per rubare palla su un altro svarione di Bremer e presentarsi davanti al portiere, calciando alto da ottima posizione. Il Napoli appare padrone del campo e pare maramaldeggiare, con Zielinski che impegna dal limite Szczesny. Gli spazi alle spalle della linea difensiva bianconera diventano crateri in cui galleggia Kvaratskhelia dove gli altri affondano. Nessuna sorpresa che al 17’ proprio il georgiano trovi con un cross tagliato ancora una volta Osimhen, che di testa realizza il 4-1. Una santificazione, visto che finora non aveva mai segnato a Juve, Milan e Inter. Sulla squadra di Allegri grandina, così al 24’ Szczesny deve bloccare un tiro dl limite di Kvaratskhelia. Spalletti a quel questo punto comincia la gestione, sostituendo Mario Rui con Olivera. Il Napoli però non si ferma, così al 27’, sfondando a destra, la cinquina tocca a Elmas, il cui tiro viene deviato in modo imparabile da Alex Sandro. È il colpo di grazia che manda in archivio il match ben prima della fine. Il rosario di cambi da parte di entrambi gli allenatori servono solo a lanciare gli “olé” del Maradona ai fraseggi dei padroni di casa, che chiudono dominatori. La striscia di vittorie della Juve si chiude, il Napoli vola nel cielo della classifica e non vuole più fermarsi.

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